Sergw Antonucci C'è il ragioniere 24enne, calabrese, il quale si dichiara « desideroso di far parte di sì grande compagine »; l'assessore di un comune il quale ci ringrazia per avere invitato un suo raccomandato a sostenere un colloquio « com'è d'uso nella Grande XYZ » ( d'ora in poi con queste lettere indicherò il nome della società) : come se una cosa del genere la facessimo solo noi, e caratterizzasse quindi la nostra « Grandezza »; un laureando in ingegneria di Pisa il quale si rivolge a noi « visto in quanta considerazione e con quanto interesse Vi sta a cuore l'avvenire dei giovani »; un altro, ragioniere, il quale « sarebbe lieto se si potesse tener conto della sua candidatura presso codesta conosciuta ed apprezzata società ». C'è la signorina genovese, « stenodattilografa veramente veloce », la quale « si rivolge a codesta formidabile azienda »; una giovane ragioniera la quale chiede di essere impiegata presso la nostra « grande azienda di fama mondiale »; il giovane che « preferisce schivare le raccomandazioni rituali per rivolgersi direttamente a codesta società di cui conosce la serietà per esserne da tempo cliente, ed all'uopo dichiara di essere laureato in legge e residente a Roma»; un altro giovane, di Taranto « essendo fra l'altro, tifoso della spett. XYZ, di aver sempre consumato nella mia autovettura solo prodotti XYZ, invio la presente .... Faccio presente di essere un computista commerciale esperto in dattilografia, 25 anni, sposato con prole ... ». Un laureato in chimica di Bologna « rivolge rispettosa domanda di essere assunto presso questa rispettabilissima e rinomatissima ditta ». La Grande Fa,niglia. Qualcosa in più. La formazione del concetto di « Grande Famiglia », mutuato da una certa mitologia « interna » effettivamente esistente - ma che a vederlo espresso dall' « esterno » appare ancora più astratto ed assurdo - come se dall'esterno realmente fosse possibile configurarsi un'istituzione reale, concreta, di tipo famigliare; nonché l'accento posto sul « desiderio di appartenenza», sull'aspirazione di « entrare a far parte» di questo «nostro» particolare gruppo (e ne vedremo più avanti l'esasperazione concettuale: la « eletta schiera»), quasi più come esigenza psico-sociologica che come mezzo per lavorare: queste cose possiamo vederle in un altro gruppo di do1nande già nella loro formulazione. Un giovane di 22 anni di Molfetta « chiede di avere l'onore di far· parte del suo illustrissimo personale avendo i titoli professionali di operaio meccanico e fuochista»; mentre un altro, del quale non ritrovo altri estremi, « a codesto ufficio rispettabile rivolge cortese domanda affinché venga annoverato nel Vostro devotissimo personale ... come auti68 BibliotecaGino Bianco
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