Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Argo1nenti Esaminiamo brevemente, alla luce di quanto si è detto sugli investi111enti, quale potrebbe essere in realtà lo sviluppo del processo di inflazione nel lungo periodo. In una fase di persistente rialzo dei prezzi e della domanda, le imprese si trovano di fronte ad una duplice difficoltà : da una parte la domanda di beni è superiore alle loro possibilità produttive, dall'altra l'aumento di tutti i costi, ed in specie di quelli per salari, riduce la concorrenzialità dei prodotti e limita i profitti. Esse tendono allora a sostituire macchine e capitale al fattore lavoro, sia per aumentare le possibilità di produzione, sia per limitare l'incidenza dei costi per salari. Per dotarsi di macchine più 1noderne le aziende accentueranno la pressione sulle industrie di beni strumentali, le quali saranno sottoposte ad una tensione che in un primo momento contribuirà a rialzare i prezzi fin tanto che i nuovi impianti non entreranno in funzione. Ma una volta che i nuovi apparati avranno cominciato a produrre, il volume produttivo globale aumenterà e quindi l'offerta potrà rapidamente adeguarsi alla domanda con in più un ampliamento del capitale fisso a disposizione del paese. La curva dello sviluppo procede a scala. Nel tratto orizzontale aumentano i prezzi e l'ammontare di capitale fisso rimane statico. Al rompersi dell'equilibrio, quando cioè i limiti di capacità della struttura industriale sono superati e la convenienza ad usare quella quantità di manodopera è venuta meno, la curva sale verticalmente. Aumenta, in altre parole, la quantità di capitale fisso a disposizione con una minore crescita proporzionale dei prezzi. Questo processo ovviamente presenta delle differenze a seconda che ci si trovi in regime di piena occupazione o di non completo impiego di tutte le forze di lavoro. In quest'ultimo caso con molta probabilità la disoccupazione verrà riassorbita attraverso l'ampliamento globale degli investimenti ed attraverso l'espandersi delle occasioni produttive. Nell'altro caso si assisterà quasi certamente ad un trasferimento di lavoratori dalle industrie di beni di consumo a quelle produttrici di beni d'investimento ed al raggiungimento di un equilibrio a livelli più alti. Ci si troverà cioè di fronte ad uno sviluppo cosiddetto « intensivo ». Da quanto siamo venuti sin qui dicendo è possibile individuare alcuni aspetti fondamentali dei problemi trattati. Nel nostro paese, gli orientamenti di politica economica hanno sempre recepito tardivamente le nuove idee. Anche le teorie keynesiane sono arrivate con molto ritardo e la lezione dell'economista inglese è stata, a quanto pare, assorbita solo per alcuni aspetti superficiali, evitando di apportarvi quegli adegua63 BibliotecaGino Bianco

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