Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Argomenti metri, al tasso ufficiale di sconto. Attraverso il secondo siste1na le banche applicano sostanzialmente un tasso libero di mercato che è solo parzialmente legato agli accordi citati ed ai limiti ufficiali. Quest'ultirno tasso è influenzato molto più rapidamente e notevolmente dalle fluttuazioni nelle condizioni economiche interne ed esterne. Ed è questo stesso tasso che dalla fine del 1968 è in costante ascesa ed ha superato largamente i tassi previsti dagli accordi. Ecco perché l'insufficienza negli investimenti non solo permane ma nell'ultimo anno e mezzo si è aggravata. Il costo del denaro in Italia era già da tempo in ascesa; e lo era quando il tasso ufficiale ed i tassi concordati apparivano ancora stabili. Il problema degli investimenti va considerato anche dal lato della formazione del risparmio. Si è detto come i prezzi orn1ai crescano dal luglio dello scorso anno - tendenza che permane tuttora - e si è osservato che gli elementi portanti di questa lievitazione sono stati i costi internazionali delle materie prime e l'inflazione indotta in Europa. Occorre rilevare che tali aumenti, in Italia, hanno colpito soprattutto i generi di prima necessità, che costituiscono la spesa principale delle categorie meno dotate. Teoricamente un rialzo dei prezzi all'offerta dovrebbe far cadere la domanda sino al raggiungimento di un nuovo equilibrio possibile con i redditi a disposizione dei consumatori. Ma in pratica le cose non funzionano affatto così. La domanda di tali beni è di tipo anelastico, ossia variando il prezzo essa varia meno che proporzionalmente. In altre parole, i consumatori italiani a reddito basso, all'aurnentare dei prezzi di molti beni non hanno diminuito il consumo, ma hanno speso una porzione maggiore dei loro introiti per mantenere più o meno allo stesso livello quei consumi necessari. È variata quindi la propensione al risparmio nei confronti di quella al consumo. La massa di risparmi a disposizione del sistema si è venuta così riducendo, specie in quest'ultimo periodo, quando cioè maggiore è il bisogno di incre1nentare gli investimenti. Ci troviamo alle soglie di una fase che certamente richiederà maggior produzione e quindi maggiori investimenti, proprio perché in questa fase cominceranno a farsi sentire gli effetti della domanda aggiuntiva originata dal maggior potere di acquisto di larghe categorie di lavoratori. E sarebbe estremamente grave non adeguare la politica economica in modo da consentire all'offerta di rispondere con prontezza alla domanda e in n1odo da ripristinare attraverso nuovi investimenti - e quindi nuova distribuzione di reddito - quella propensione al risparmio che è stata parzialmente intaccata dalla spirale dei prezzi. Bisogna poi tener presente che oggi, nell'ambito dell'ordinaria for59 BibliotecaGino Bianco

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