Roberto Sanseverino ridotti i profitti dalla prossima battaglia salariale dell'autunno, già dal luglio-agosto 1969 avevano iniziato a ritoccare i listini di tutti i principali prodotti. Questo atteggiamento è stato generalmente adottato in ogni occasione in cui il mercato faceva prevedere una situazione di possibile lievitazione. Così è avvenuto nel 1958, nel 1964 ed ora, nel 1969. Si sono quindi applicati aumenti sui prodotti i cui costi di mano~ dopera erano sostanzialmente stabili. Molti sintomi lo confermano. Il primo è, come si è visto, il fatto che gli aumenti dei costi di lavoro potevano incidere unicamente sui prodotti che sarebbero arrivati al dettaglio approssimativamente nel maggio del 1970, perché solo questi prodotti venivano effettivamente fabbricati dopo la conclusione dei nuovi contratti. Un altro sintomo è stato l'aumento improvviso che alcuni prodotti industriali hanno subìto tra il luglio e l'ottobre 1969, con1e ad esempio i filati, i quali hanno registrato ben tre aumenti di prezzo senza che fosse intervenuto alcun rialzo dei costi di lavoro (i contratti di queste categorie, tra i più bassi del settore industriale, sono stati rinnovati solo all'inizio del 1970). Inoltre è da tener presente che i ritocchi dei prezzi, adottati da industriali e grossisti, erano resi possibili proprio dalla riduzione degli effetti concorrenziali dei prodotti esteri. Gli operatori italiani hanno potuto così raggiustare i prezzi al rialzo -senza sottostare più al vincolo delle quotazioni dei beni importati, essendo. anche queste in una fase di generale crescita. Abbiamo sin qui delineato il meccanismo che ha operato nelle prime due fasi della revisione dei costi di lavoro, ci?è entro un periodo che, grosso modo, può essere collocato tra l'ottobre 1969 ed il febbraio 1970. Ma abbiamo anche rilevato che gli aumenti salariali avrebbero fatto sentire il loro peso sui costi dei prodotti in una terza fase, quando cioè sarebbero arrivati sul mercato, dopo la tappa dell'ingrosso, i beni prodotti dopo la revisione dei contratti. È in questo momento che la tensione dei prezzi diventa più delicata, anche perché solo ora gli operai dovrebbero avere scontato i debiti accumulati nell'autunno caldo, ed il loro accresciuto potere di acquisto dovrebbe cominciare a farsi sentire sul mercato. In questa fase, dunque, dovrebbero crescere non solo i prezzi all'ingrosso, ma anche quelli al dettaglio. Ed infatti, puntualm,ente, nel mese di febbraio l'indice dei prezzi al consumo è salito del1'8,8 nei confronti del mese precedente, mentre per i prezzi all'ingrosso l'indice è salito, sempre nel mese di febbraio, dello 0,5 rispetto al gennaio. Se è dunque evidente che in questa terza fase un certo aumento dei prezzi è determinato dai miglioramenti salariali, ci sembra peraltro 54 BibliotecaGino Bianco
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