Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Argomenti scontri sindacali, ed i produttori aumentavano gli acquisti e gli « stockaggi » di materie prime per sottrarsi, almeno in parte, alla fase di aumento nei costi internazionali delle materie prime. Appare chiaro quindi che ad un maggiore potere d'acquisto nelle mani dei lavoratori ha corrisposto un notevole aumento di beni a disposizione nelle due stanze della distribuzione: l'ingrosso ed il dettaglio. Ad una domanda maggiore si è contrapposta una offerta maggiore. La domanda non poteva, in conclusione, in quella che abbiamo chiamato la seconda fase, determinare l'aumento dei prezzi, avendo trovato un equilibrio con l'offerta ad un livello quantitativo superiore. Se è vero quanto abbiamo cercato di dimostrare, è possibile stabilire due punti: i prezzi non sono aumentati per una eccessiva pressione della domanda; i costi non sono aumentati nel corso del 1969 ed all'inizio del 1970, per effetto degli aumenti salariali dell'autunno. L'aumento dei prezzi è però venuto dal lato dell'offerta e non da quello della domanda. L'ulteriore conferma della tesi che abbiamo cercato di sviluppare è data anche dal fatto che i prezzi all'ingrosso sono aumentati in misura superiore a quella dei prezzi al dettaglio. Se infatti ad aumentare fossero questi ultimi nei confronti dell'ingrosso, la pressione inflazionistica avrebbe probabilmente origine dal lato della domanda. Ma se, almeno nelle prime due fasi, non si può addebitare ai costi di lavoro la crescita dei prezzi, quali sono stati gli elementi determinanti del rialzo? Questi elementi sono stati essenzialmente due. Al primo abbjamo già accennato: i mercati internazionali hanno fatto registrare, già nel luglio 1969, una generale lievitazione dei prezzi, sia nel settore delle materie prime (i cui aumenti si aggirano mediamente intorno all' 11 % ) sia per i prodotti finiti. Le cause di questa tendenza sono note. Esse vanno individuate soprattutto nella situazione dell'economia degli Stati Uniti, che ha attraversato una fase inflazionistica, i cui effetti si sono fatti sentire in tutti i paesi industrializzati del mondo occidentale. L'inflazione americana ha scaricato all'estero, sia con l'aumento dei prezzi di rnaterie e manufatti, sia attraverso il rastrellamento dei capitali ed il conseguente aumento dei tassi d'interes,se, la tendenza al rialzo di tutti i prezzi. E ancora una volta l'assetto del mercato monetario internazionale ha influito pesantemente sulle economie del mondo occidentale. Il secondo fattore, certamente meno noto, implica considerazioni economiche e psicologiche. I nostri industriali e le grandi aziende grossiste, dinanzi ad una previsione generale al rialzo che già si manifestava nella prima metà del 1969, e di fronte alla prospettiva di veder 53 ·BibliotecaGino Bianco

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