Giornale a più voct io posso fin da ora fa.re la storia e non mi occorre aspettarre sino a quando essa sarà fatta ». Se questa era la funzione della personalità nella storia secondo la concezione marxista illustrata dall'articolo di Plekhanov, si può ben dire che Lenin abbia saputo s,viluppare al massimo grado gli insegnamenti del maestra, riuscendo a contenere e a correggere quanto vi era di deterministico nell'ipotesi della rivoluzione ineluttabile con una carica attivistica e volontaristica, forte fino all'esasperazione. La Rivoluzione d'ottobre e H leninismo, cos·1 intesi, sembrarono poter rappresentare i,l fatto nuovo della cultura politica europea, il fatto che rivoluzionava e sovvertiva il marxismo tradizionale, introducendovi, o quanto meno accentuandovi, l'elen1ento volontaristico che si era mostrato caipace di così sensazionali sviluppi. Gli avvenimenti storici continuavano ad essere determinati dalle cosiddette « cause generali », vale a dire dallo sviluppo delle forze produttive e dai rapporti che tale sviluppo determina fra le persone occupate nel processo economico e sociale di produzione, ma ci ·si accorgeva anche che le particolarità personali dei dirigenti av11ebbero potuto influenzaire il corso degli avvenimenti fino a deciderne addirittura i modi ed i tempi, così come si era verificato nel caso di Lenin e della Rivoluzione d'ottobre. Gramsci, che in quegli anni sembrava intenzionato a chiudere i conti con un marxismo che vedeva troppo schematizzato in sclerotiche formule, troppo strettamente imparentato col deterrnini·s.mo economico, col materialismo e col positivismo, passò all'accentuazione completa, vibrante ed entusiastica, del leninismo così come gli pareva essersi concretizzato nella Rivoluzione d'ottobre e nel regi,me dei Soviet. I Soviet: sono la parola nuova, ecco finalmente la t•radizione rivoluzionaria a cui legarsi, ecco lo Stato che viene dal basso, dall'iniziativa delle masse, ecco l'iniziativa libertaria e liberatrice, ecco l'idea dell' « ordine nuovo » che poggia sui Consigli e su cui bisogna reimpostare tutta la strategia del movimento operaio, nazionale ed internazionale. Ma non era così. Lo Stato sovietico, lungi dal disegnare un modello di « rivoluzione dal bas,so », maturata cioè nella società ci.vile, rappresentava il tipico modello di « -rivoluzione dall'alto», in cui le avanguardie rivoluzionarie si erano fatte valere isu tutto e su tutti, una prima volta per conquistare il potere ed una seconda volta per costruire, dall'alto, una società che avrebbe dovuto dirisi socialista. Tutto ciò non poteva non dare la sua impronta originaria al regime sovietico, quale si venne successivamente configurando sia sul piano dei rapporti politici e dell'ordinamento statale, sia sul piano dei rapporti economici e della vita civile in genere. L'intera società sovietica si trovò ad essere costruita dall'alto, e le sue caratteristiche, ,la sua natura, le sue stesse linee di sviluppo ne furono sempre profondamente condizionate, tanto che anche Grarnsci, nei Quaderni dal carcere, finì con l'avvertire tutti i limiti di un'esperienza che lo aveva precedentemente entusiasmato. Chi invee~ i limiti di questa esperienza non potette verificare fu Lenin, il quale ebbe, per così dire, la fortuna di morire all'inizio della deforma37 BibliotecaGino Bianco
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