GIORNALE A PIU' VOCI Bonomi, il PCI e i coriandoli di terra La mattina di giovedì 16 aprile centomila coltivatori diretti provenienti da tutta Italia sono affluiti, dopo aver sfilato per le vie del centro di Roma, in piazza del Popolo. Qui, secondo il rituale d'uso nelle manifestazioni organizzate dalla Confederazione dei coltivatori diretti, la « marcia verde» doveva concludersi con i contadini entusiasti e plaudenti all'indirizzo di Paolo Borrami, l'uomo che ha inventato la Coldiretti e con questa associazione ha fatto tutto quello che era possibile fare, e qualcosa di più: si è impadronito della Federconsorzi e dei Consorzi Agrari; ha conquistato il controllo assoluto delle mutue create dallo Stato per l'assistenza sanitaria ai coltivatori; ha fatto eleggere alla Camera, suUe liste della DC, almeno mezza centuria di deputati di sua fiducia; ha pagato grandi giornali d'informazione e piccoli foglietti di provincia; ha mandato frotte di delegati a tutti i congressi democristiani ed è stato, da dietro le quinte, il vero Ministro dell'agricoltura di tutti i governi che si sono succeduti nel paese dal 1947 ad oggi. Quando, pochi minuti dopo le 11, Paolo Bonomi si è affacciato al grande palco di legno che era stato eretto nella stupenda piazza romana, lo spettacolo che si è trovato di fronte era veramente imponente: migliaia di bandiere tricolori ed altrettanti cartelli spuntavano tra la folla immensa. C'era anche il sole. « Chi ama la terra - dice Bonomi - ama la patria». Sono le prime parole del suo discorso, e vengono subito interrotte da un coro di proteste: « Vogliamo fatti - si grida - non più parole». Paolo Bonomi si ferma: più che irritato è incredulo. Lo stupore traspare anche dal volto del Ministro dell'agricoltura, il democristiano Lorenzo Natali, che, di fronte ai fischi, ripiega le cartelle dattiloscritte del suo discorso e le mette in una tasca della giacca. Dovrebbe parlare dopo Bonomi. Rinuncia a farlo e, dopo aver salutato frettolosamente lo ,stato maggiore della Coldiretti, monta nella « Giulia » del Ministero e sparisce dalla piazza. Abbiamo raccontato quest'episodio di cronaca perché qualcuno, dopo avervi assistito, ha detto che esso ha segnato la fine di un'epoca. I fischi a Bonomi - si è scritto - aprono una pagina nuova nella politica agraria italiana. Anche in campagna si muove qualcosa. Certo, il dissenso manifestato dai contadini nei confronti di chi, come Bonomi, è stato considerato, per più di vent'anni il nume tutelare dell'agricoltura italiana, è un fatto importante. Non si può dire, però, che ciò rappresenti il crollo di un mito, perché Bonomi è sempre stato un personaggio discusso, contestato, almeno da chi non si identificava con le forze più retrive (non solo anti-socialiste ma anche 32 BibliotecaGino Bianco
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