Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Il programmatore deluso del piano. Questa legge, rimasta sepolta nella quarta legislatura e riesumata nella quinta, è tornata reoentemente in sede di commissione per essere opportunamente reimpostata. Ora interessa però richiamare l'attenzione sul rilievo che sono venuti assumendo i provvedimenti e le decisioni di politica econon1ica e l'analisi degli strumenti che, per tali decisioni, è necessario adoperare. Si tende palesemente ad affinare il loro uso, mentre si accresce il livello di esigenza nella richiesta dei risultati, anche sotto il profilo della quantificazione. L'uso ,degli strumenti tradizionali e di quelli che l'affinamento delle tecniche tende a rendere disponibili, viene però considerato sempre più in funzione delle necessità anche di medio e lungo periodo del sistema economico. Eà. è questa saldatura, anche soltanto logica e per linee interne, tra soluzioni per problemi a breve termine e soluzioni per problemi a medio e lungo termine, che costituisce forse il terreno sul quale può effettivamente verificarsi un rinnovamento metodologico ed operativo della politica di programmazione. Proprio su questo terreno è venuto infatti un contributo che può rappresentare, ancora una volta, un fatto decisivo per giungere ad una efficace impostazione della politica economica programmata. In una serie di articoli apparsi sul settimanale « Mondo Economico », fra il novembre '69 e il marzo '70 1 , il prof. Pasquale Saraceno ha proposto all'attenzione generale alcune questioni che investono nella sostanza le trascorse esperienze di programmazione, e le linee della condotta avvenire: un esempio di quella riconsiderazione necessaria per riprendere il cammino. Colui che viene, a buon diritto, considerato il padre della programmazione in Italia si è posto con sincerità questa domanda: « Il fatto che non vi sia una apprezzabile preoccupazione per le incertezze che oggi esistono sul tipo di piano che avrà vigore a partire dal 1° gennaio 1971, deriva da insensjbilità per i gravi problemi che un programma di sviluppo ,deve trattare? ... Oppure rivela una sia pur indistinta sensazione che, alla soluzione di quei problemi, uno ,scarso contributo può essere dato dal tipo di documento in questione? ». Ponendo questo interrogativo, che interpreta lo stato di disagio sul quale si fonda in effetti la crisi della programmazione, Saraceno lo assume a punto di partenza per un di1 scorso generale di metodo. In sostanza, egli pone in dubbio l'efficacia di un documento pro1 In particolare gli articoli sono stati pubblicati rispettivamente sul n. 46 del 22 novembre 1969; sul n. 2 del 17 gennaio 1970 e sul n. 9 del 7 marzo 1970. 25 BibliotecaGino Bianco

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