Enzo Vellecco attenzione e con interesse le sue vicende. Se si potesse condurre un sondaggio di opinione tra i gruppi di studiosi e di ricercatori che sono andati via via infittendo negli uffici del programma, nei comitati scientifici, nelle varie segreterie tecniche ·dei comitati regionali, negli uffici studi degli enti pubblici e tra gli osservatori disseminati negli istituti universitari, per accertare le loro precise convinzioni in merito a quanto è stato fatto e a quanto si dovrà fare, si avrebbe forse un test importante sulle proporzioni effettive che la crisi della politica di piano si trova oggi ad att·rav,ersare. Dopo aver 1nisurato, anno dopo anno, le differenze crescenti tra gli obiettivi del programma e i ,dati della realtà, dopo aver constatato ogni giorno come la condotta della politica economica procedesse per proprio conto in difformità dalle condizioni e dai vincoli posti a base del piano, si è venuto accentuando un senso di profondo disagio, prima indistinto e inconfessato, poi sempre più diffuso e dilagato in aperta delusione. Sarebbe, per molti aspetti, superfluo e scontato anda~e oggi alla ricerca delle cause di questo processo e tentarne un'anali 1 si. Anche ,perché ci troviamo, forse, in un momento critico, in cui il senso di disagio tende a lasciare il posto ad una riconsiderazione di quanto è accaduto, e nel quale anche gli insuccessi trascorsi possono cominciare a rappresentare una esperienza salutare. C'è infatti una tendenza a riesaminare i temi della programmazione affrontando i problemi dalla base. Sembra sul punto di essere anzitutto chiarito, in maniera soddisfacente, il rapporto fondamentale che esiste tra la politica econo111icaa breve termine e la politica di programmazione. La dicotomia che si era prodotta tra la politica del Tesoro e quella del Bilancio, è stata chiaramente individuata e superata, almeno in via metodologica, e si pensa di darvi una qualche soluzione anche sul piano degli strumenti operativi. C'è stato, poi, un grande risveglio di interesse per i problemi della politica economica a breve termine. Esisa è stata fatta oggetto di analisi interessanti ed originali che ne hanno rivalutato l'importanza anche ai fini 1di una efficace conduzione della politica di piano. Basterebbe citare in proposito il « Rapporto del Gruppo di Studio sui problemi di analisi economica e di politica economica a breve termine » commissionato all'inizio del 1968 dal Ministero del Bilancio ad un gruppo di studiosi che esa,minarono l'.efficacia degli strumenti operativi del nostro sistema economico e ne riferirono nel gennaio del 1969 con una serie di indicazioni e di proposte. Dal rapporto appariva tra l'altro con chiarezza la scarsità dei mezzi di cui 22 BibliotecaGino Bianco
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