Il programmatore deluso di Enzo Vellecco La crisi che si manifestò negli organi della programmazione alrincirca un anno fa e che dette luogo alle dimissioni del segretario generale, costituì certamente un episodio deplor.evole della nostra vita pubblica. Essa ebbe però il merito di rivelare la fragilità delle strutture degli organismi che ipvesiedono aHa politica di piano: una fragilità che deriva anche dalla mancata messa a punto di organi e di funzioni e che ha determinato, talvolta, situazioni di inefficienza. Questa crisi, comunque, ha rappresentato soltanto un incidente al quale è sempre possibile porre rimedio, così com'è possibile perveni 1 re, senza gravi difficoltà, ad una riorganizzazione degli organi centrali della programmazione che ne assicuri, con una 111aggiore coesione, la necessaria funzionalità. Ciò che invece aippare più difficile e, in ogni caso, estremamente impegnativo, è di riuscire a superare quella più vera e vasta crisi che, da qualche tempo, ha investito la politica di progran1mazione e che, se da un lato riguarda il metodo della sua elaborazione e della sua gestione, dall'altro coinvolge la sua stessa credibilità. Se possono essere sufficienti taluni accorgimenti, per risolvere una crisi di carattere organizzativo che riguarda il funzionamento di certi organi, ben diveTsi rimedi richiede la soluzione ,di una crisi tecnica e di impostazione, che implica un riesame di n1etodi e che tende a coin~olgere, inevitabil1nente, aspetti ideologici riguardanti la « filosofi.a » stessa della programmazione. Lo sforzo che una crisi del genere, per essere superata, richiede, non può manifestarsi al di fuori di un discorso sulle passate esperienze e sugli insegnamenti che se ne debbono trarre; un discorso sulle lacune, sulle insufficienze e insomma su tutto quello che è mancato effettivamente alla nostra prima espedenz~ di programmazione. Questo discorso è già cominciato. È difficile intanto negare che sono emersi, in questi ultimi tempi, sintomi importanti che denunciano un atteggia1nento diffuso di perplessità nei confronti della politica di programmazione, da parte ,di quanti hanno seguito con 21 BibliotecaGino Bianco
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