L'industrializzazione carente lenzio dei principali parti ti pohtioi di governo e di oppos1z1one, si può immaginare in quale conto potessero essere tenute le esigenze esposte, in maniera spesso rozza e contraddittoria, dagli interessi locali ed in particolare dalle amministrazioni comunali (e dai partiti presenti nei Consigli) e dalle organizzazioni dei lavoratori. Hytten e Marchiani danno un quadro sconfortante della situazione quando illustrano la progressiva emarginazione della collettività, Ja quale non è in grado di esercitare controlli e condizionamenti: « La collettività locale non possiede i canali necessari per esercitare tali controlli in modo diretto e le forze politiche che, in un caso del genere, avrebbero potuto affrontare il problema più opportunamente a livello nazionale, dimostrano tuttora un notevole assenteismo da questa ed altre situazioni simili » 7 • Le forze politiche, incapaci di condizionare, come si è visto, le scelte al livello nazionale, sul piano locale « esprimono indiscriminatamente una serie di richieste e rivendicazioni nei confronti dell'industria di Stato più o meno vigorosamente a seconda dei tempi e delle vertenze, ma senza una chiara distinzione in termini di strategia e tattica politica » 8 • Una situazione involutiva si nota anche per quanto concerne i sindacati che, come i due studiosi osservano, furono estremamente attivi nel guidare le lotte contadine attorno al '50, rnentre successivamente non sono stati oapaci di adeguarsi ad una realtà che andava mutando. Le illusioni sul conto delle industrie « di Stato» vennero fatte proprie dai sindacati, che accreditarono la versione di aziende le quali ,potessero prescindere dalle ,regole imposte dalla struttura del mercato e dalle finalità espansive seguite dai loro gruppi dirigenti. Meno convincenti appaiono le argomentazioni di Hytten e Marchioni quando dalla analisi, spesso acuta e sempre ben documentata, passano sul piano delle proposte concrete. Per dire che occorre elaborare una politica alternativa a quella « che nel fondo il padronato italiano - tramite l'ENI in questo oaso - ha voluto e saputo condurre in Sicilia, come nel resto del Mezzogiorno »9, si dovrebbe dare per acquisito che la polit1ca dell'ENI coincida con quella dei settori più arretrati ,del capitalismo italiano, il che non a1ppare proposizione accettabile neppure per gli osservatori meno benevoli nei confronti dell'Ente pet,rolifero. Si deve comunque riconoscere 7 H. & M., cit., p. 69. s H. & M., .cit., p. 87. 9 H. & M., cit., p. 110. BibliotecaGino Bianco 17
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