Sandro Petriccione finalità dell'intervento nel M.ezzogiorno 4 bisogna perciò esaminare quanto le attese miracolistiche suscitate a Gela ed altrove da politici ottusi o senza scrupoli e ,da atteggiamenti troppo disinvolti delle in1prese pubbliche, più preoccupate di difendersi da attacchi di altri cir.colì industriali che di non illudere la popolazione sulla reale portata dell'intervento, abbiano nuociuto e continuino a nuocere al raggiungimento delle finalità della politica meridionalista. Le quali, anche quando non vengono espresse in maniera esplicita dai rappresentanti elettivi, devono tener conto della pressione di aliquote consistenti della popolazione, per le quali si pone l'angoscioso proble1na di una occupazione stabile e di un decente tenore di vita. Era - ed è - ovvio che sotto quest'aspetto l'industria chimica poteva fornire un ben modesto contributo: « ... non occorre ... essere economista per capire che una moderrna industria petrolchimica, altamente automatizzata e quindi a basso assorbimento di manodopera, per giunta appartenente ad un complesso industriale verticalizzato ed autosufficiente non può avere per la sua stes,sa natura degli ·effetti n1oltiplicativi più che marginali sul sistema produttivo della zona in cui viene impiantata » 5 • Tale ragionamento non doveva però essere ovvio per il Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno durante gli anni sessanta, o, per lo meno, considerazioni di natura diversa prevalsero: così che si favorirono in ogni modo gli investimenti nel settore chimico, anche attraverso l'applicazione della legge per mezzo di direttive che hanno dato luogo a scandalosi arrembaggi alle sovvenzioni pubbliche erogate dalla Cassia per il Mezzogiorno, con l'ausilio di decisioni dei massimi organi della giustizia amministrativa 6 • Se le motivazioni di carattere aziendale riuscirono a prevalere sull'atteggiamento di riserva, se non di motivata opposizione, degli organi amministrativi deHa Cassa per il Mezzogiorno, nel si4 Il problema degli strumenti e delle :finalità della politica del Mezzogiorno pone una serie di delicate questioni di. capadtà di ind1viduare gli obiettivi e dli congruenza tra questi ultimi e l'ammontare di risorse di natura tecnico-organizzativa in essere o che sì possono predisporre nell'immediato. Cfr. il mio articolo: Mezzogiorno: fini e mezzi, « Nord e Sud», gennaio 1970. s H. & M., cit., p. 38. 6. Si tratta qui del problema dei cosidetti « scorpori » per cui, dato che le sovvenzioni si dovevano limitare ai primi 5 miliardi di investimento per ciascuna industria, con l'aiuto di norme estremamente ambigue elaborate dalla Segreteria Generale del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, si consentì l'artificiale suddivisione degli impianti nelle varie rparti di cui erano formati in modo da garantire l'applicazione della sovvenzione a ciascuna del,le parti scorporate. 16 BibliotecaGino Bianco
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