Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Augusto Graziani quindi da attendersi, o- quanto meno da augurarsi, che per l'avvenire i sindacati siano presenti sul fronte ,della politica meridionalistica in misura assai più incisiva di quanto non sia avvenuto per il passato. Un'evoluzione simile nell'atteggiamento sindacale rappresenterebbe una svolta profonda nell'intera prospettiva della politica meridionalistica. Fr,a i tanti svantaggi che harn10 afflitto il Mez:wgiorno, il maggiore è stato quello di non avere alcuna concreta forza ecoL. no1nica e politica che ne sostenesse la ·causa sul piano nazionale. La politica di sviluppo del Mezzogiorno è stata affrontata come politica di soccorso, come passo necessario per assicurare al paese un equilibrio politico, non per seguire l'orientamento di forze economiche OTganizzate. Su questo punto, sarebbe stato inutile attendersi l'apporto delle antiche classi dirigenti del Mezzogiorno, legate per tr:adizione alla proprietà fondiaria e non interessate ad una politica di industrializzazione; altrettanto vano sarebbe stato attendere l'apporto della nuova classe lavoratrice locale, priva ·di adeguata organizzazione proprio come conseguenza delle condizioni di arretratezza. Né le compagini soci,ali emerse negli anni più recenti sembrano offri,re appoggio molto più valido: da un lato, gruppi di teonici e ,di,rigenti industriali, confinati fra le mura aziendali e sostanzialmente assenti non solo dal dibattito politico mia anohe dalla vita amministrativa e cittadina; ·daH'altro, una classe sempre più nutrita di funzionari pubblici, esponenti di partito, appaltatori di opere pubbliche, speculatod edilizi, che gravitano intorno al flustSo di spesa pubblica ed hanno trovato una ragion di vita proprio nella politica di sos,tegno e di non industrializzazione adottata finora. Se aides:so la posizione dei sindaca ti dovesse subire una svolta sul piano nazionale, e il problema -dell'industrializzazione nel Mezzogiorno fosise accolto con priorità fra gli obiettivi della classe lavorat,rice dell'intero paese, questa forza pot 1 rebbe fornire finalmente l'appoggio concreto di cui la politica 1neridionalista ha finora mancato. In ques1 ta prospettiva, è neces,sario sottolineare che, allorché si auspica una più intensa industrializzazione del Mezzogiorno, non si intende sollecitare una politica di investimenti indiscriminati. Sotto questo p~ofilo, l'esperienza del'le regioni ,settentrionali deve essere accuratarnente utilizzata per evitare di ripetere nel Mezzogiorno i medesimi errori che hanno provocato la congestione e la crisi dello sviluppo industriale del Nor,d. Venti anni di investimenti nelle regioni settentrionali, effettuati con il criterio di concentrare gli sforzi nei ·settori immediatamente produttivi, senza prestare la dovuta at12 BibliotecaGino Bianco

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