Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Adriana Bich dersi, per liberarsi dalla oppressione. Essa si rivela in tutta una folla di intraprendenti mercanti, di furbi villici, di mogli maltrattate, di anticonformisti studiosi, che Sklovskij ritrova in Boccaccio come nella favolistica russa, in Shakespeare come nelle Mille e una notte, coraggiosi antieroi che conoscono e amano le cose nella loro giusta misura, rifiutando cioè ogni aprioristica e codificata scala di valori, che non esitano a tirare il collo al prediletto falcone per servirlo in tavola a madonna, come a ingannare allegramente un marito inetto; che sono addirittura capaci, come la dolce Shehrazad o il povero contadino Nikifor, per amore della vita e del guadagno, di improvvisarsi narratori, cioè « retori ». E infatti, le astuzie e gli imbarazzi del « novellatore » sono uno dei loci communes più apprezzati, nella novellistica di tutti i tempi e di tutti i paesi. E non a caso Sklovskij trae gli esempi di questa «utilizzazione» della retorica dai « grandi » e dai loro personaggi, come da scritti assai meno « classici » poiché a questo punto ciò non ha un'importanza decisiva. Colpisce, anzi, la spregiudicatezza con cui sono rimessi in circolo, dalla stampa di attualità e di consumo senza alcuna preoccupazione estetica di trasformarli, moduli stilistico~linguistici tratti dalle più diverse ed eclettiche fonti, in modo apparentemente acritico. In questo senso, è veramente assurdo tracciare un confine tra letteratura maggiore e minore, poiché l'una e l'altra sono recepite dal popolo alla stessa maniera. Ma, nello stesso momento in cui si fa questa osservazione, il valore del sapere « arma universale» di cui è possibile « verificare sempre con succes,so l'efficienza », si afferma come assoluto. E infatti, gli « uomini delle nuove idee » sono tali, per Sklovskij, appunto perché usano con spregiudicata perizia la scienza del loro tempo. E Cavalcanti, che « considera vivi tra i morti solo se stesso e gli uomini della sua cultura », Cisti fornaio, uno della classe dei « rappresentanti del successo nelle arti e nei mestieri » che « si serve delle cose belle in modo nuovo», Amleto « uomo nuovo in un mondo vecchio», il cui comportamento, anticonformista fino alla follia, è « il risultato dell'antipatia per questo mondo » fecero della loro vita « cultura », e di questa un bene utilizzabile, spendibile, con un suo prezzo. Un valore commisurato alla dimensione dell'uomo, e soprattutto alla sua libertà. ADRIANA BICH Direttore Responsabile: Francesco Compagna - Condirettore: Giuseppe Galasso - Vice-direttore: Rosellina Balbi - Segretario di Redazione: Renato Cappa - Redattore capo: Ernesto Mazzetti. Tipografia « La Buona Stampa», Via Roma 424, Napoli - Spedizione in abbonamento postale. Gruppo III - Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Napoli N. 1324, 26 gennaio 1960. Printed in Italy - Tutti i diritti di proprietà letteraria ed art. riservati. BibliotecaGino Bianco

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