Nord e Sud - anno XVII - n. 125 - maggio 1970

Francesco Compagna avverte già a Napoli e nella regione, sia pure alquanto indistintamente, l'esigenza di qualificare funzionalmente Napoli, nell'interesse di tutta la regione. Ecco: da queste premesse si ricavano i termini dei due principali problemi che gli eletti del prossimo 7 giugno dovranno affrontare e dei quali io mi ripro1netto ora, sia pure molto sinteticamente, di misurare la portata. Il primo problema è quello degli interventi che sono necessari per conferire a Napoli una spiccata qualità metropolitana. Il secondo problema è quello degli interventi che sono necessari per promuovere l'industrializzazione della regione e per assicurare nella regione la piena occupazione delle forze di lavoro. Per affrontare il primo problema, si deve aprire un discorso sulle funzioni di Napoli. Per affrontare il secondo problema, si deve aprire il discorso sui settori dell'industrializzazione campana. Noi repubblicani apriamo l'uno e l'altro di questi discorsi per proporli alle altre forze politiche della regione ed in primo luogo ai democristiani ed ai socialisti dell'uno e dell'altro partito, perché è probabile che formeremo ancora maggioranza di centro-sinistra, augurandoci che non avvenga come altre volte è avvenuto: che ci si appropri dei nostri discorsi, non per tradurli nei fatti, ma per contraddirli nei fatti. In quali termini, dunque, noi apriamo il primo discorso, quello sulle funzioni metropolitane di Napoli? Si deve anzitutto accertare fino a che punto e perché Napoli assolve male e potrebbe assolvere meglio alle funzioni che le competono. E si deve accertare altresì quali nuove funzioni si possono assegnare -a Napoli, oltre a quelle che competono ad ogni città che abbia un rilevante numero di abi~ tanti; quali funzioni si possono esaltare a Napoli per qualificarla, appunto, come una metropoli non solo regionale, ma anche nazionale e magari internazionale. Ci sono funzioni comuni, come quella residenziale e quella commerciale, che a Napoli devono essere riordinate e risanate, perché magari risentono l'una e l'altra di quello che è ancora un aspetto medio-orientale e non europeo della storia e della geografia della nostra città. Penso, per quanto riguarda la funzione residenziale, ai tanti misfatti edilizi che sono stati commessi sulle colline, al verde pubblico e privato che è stato coperto, alle muraglie cinesi di Ottieri che incombono, alle lottizzazioni della Speme che hanno macchiato e ~raffiato celebrati panorami. Penso a questo, ma non penso soltanto a questo. Penso che alla vecchia casbah dei quartieri spagnoli, di Forcella, del Pallonetto di Santa Lucia; e penso alla nuova periferia di Barra, di Ponticelli, di Secondigliano, alla Masseria Cardone ed al Rione Traiano. Le nostre colpe, per quanto riguarda il degradamento della 116 BibliotecaGino Bianco

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