.. ' I • / Argon1enti I rivista, la traduzione di tali obiettivi in azione economico-am,ministrativa dovrebbe essere realizzata attraverso programmi specifici. « È su questi ultimi che si deve operare; in primo luogo nella formulazione del nuovo 1 piano di coordinamento, che deve ·dare - in accorido con la programmazione economica nazionale - i lineamenti che caratterizzeranno la politica del Mezzogiorno e che dovrebbe ripartire in maniera precisa compiti e funzioni tra amministrazione ordinaria e straordinaria 5 • Del resto, anche il seco•ndo programm.a di sviluppo• a medio termine della e.E.E. dedica un intero capitolo alle « politiche delle strutture settoriali » che debbono essere intraprese nei singoli paesi della Comunità europea, « in cui in ,pratica, partendo· dalla tesi che il massimo sviluppo è possibile solo assecondando le modificazioni strutturali dell'econo,mia, viene prospettato un arco di obiettivi e strumenti tutti im1 prontati al criterio della selettività degli interventi pubblici (nazionali e so·vranazionali), basata sulla 1discriminante fra settori progressivi e settori regressivi » 6 • In particolare, sulla scorta di alcuni risultati raggiunti nella più volte ricordata « conferenza triangolare sull'occupazione », tali programmi settoriali dovrebbero riguardare anzitutto le indu·strie esistenti. Dovrebbero essere analizzate separatamente: 1) le industrie in espansione sia sotto il profilo dell'occupazione cl1e sotto il profilo della produzione; 2) le industrie in espansione soltanto dal 1 punto di vista produttivo; 3) le industrie in via ·di razionalizzazione, dove il mantenimento di determinanti livelli di occupazione è lega_to ad un generale processo di ammodernamento; 4) le industrie in regresso ed in crisi, sia dal punto di vista dell'occu 1 pazione che da quello della produzio·ne. Si otterrebbe in tal modo un 1primo quadro della do,manda di lavoro da parte dell'apparato produttivo- esistente, sotto il profilo quantitativo come sotto quello qualitativo. Tale quadro dovrebbe essere poi confrontato con l'evoluzione degli stessi com,parti a livello nazionale ed internazionale per ricavarne indicazioni circa gli strumenti da approntare e le politiche da adottare. Programmi settoriali potrebbero essere appro·ntati, ad esempio, per il settore della pastificazione, •dell'abbigliamento, delle conserve vegetali, dell'industria del legno e dei mobili. Per le industrie nuo1 ve dovrebbero• essere identificati quei settori che, pur realizzando elevati livelli di produttività, permetto•no u11 as-. sorbimento costante di occupazione, nonché quei settori che, pur es- ,. s SANDROPETRICCIONE, Mezzogiorno: fini e mezzi, «. Nord e Sud », gennaio 1970. 6 NICOLACAc~cE, Ristrutturazione e diversificazione dell'apparato industriale, in « Quaderni di azione sociale», n. 10-11, 1969. 81 ,, ~.Bi r.oteca Gino Bianco -
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