... Italo Talia conto della circostanza, in larga misura nuova rispetto alla situazione attuale, che quasi la metà ·di tale fabbiso·gno di nuovi posti di lavoro riguarda forze di lavoro femminili. Queste ultime, infatti, per una serie di circostanze sociologiche, econonuche: e pro,duttive che sarebbe troppo lungo qui esaminare, sono state tenute lontane, se si vuole « emarginate », dal mercato del lavoro. Basti pensare che oggi nel Mezzogiorno su 100 donne soltanto 15,5 (nell'intero paese quasi 20) sono occupate o cercano un lavoro (nel 1961 erano 19,6), mentre tale rapporto è per gli uo,mini pari al 51,4%. Almeno un milione, dunque, ài nuo1 vi posti di lavoro nei settori extragricoli. E a titolo ·puramente indicativo si può ritenere che di questi almeno un terzo dovrebbero essere posti di 'lavoro nell'industria, o meglio, nell'industria manifatturiera, per un investimento complessivo che dovrebbe aggirarsi intorno ai 6.000 miliardi di lire, valutando intorno ai 18 milioni il rap,porto quantità di capitale per ogni nuovo addetto 4 • Che fare di fronte a così grandi esigenze? Ribadire anzitutto ancora una volta - ammesso che ve ne sia ancora bisogno, - che le tendenze spontanee non garantiscono, se n.on in modo insignificante, un migliore equilibrio tra offerta e do,manda di lavoro. Un solo esempio. Tra il 1961 ed il 1968 sono stati investiti nel settore industriale meridionale circa 15 mila miliardi (lire costanti 1963), pari a poco più del 24% dei comp.Jessivi investimenti industriali realizzati in Italia, 1nentre, come si è visto, l'occupazione è cresciuta di appena 90 mila unità. Ritorniamo, in tal modo, al primo pro-ble,ma che ci eravamo posti. Problema che deve riguardare non solo la « fetta di investimenti produttivi effettivamente localizzabile nel Mezzogiorno », ma anche i settori o meglio il tipo di investimenti da realizzare, avendo ben presente che la piena occupazio,ne nel Mezzogiorno resta - come diceva anni addietro Pasquale Saraceno, - un vincolo e non una variabile. Il punto di attacco può essere costituito da un ventaglio di politiche settoriali per singole classi e sottoclassi di industria che, in funzione dell'obiettivo generale della piena occupazione, individuino una serie di obiettivi minori -e di strumenti. Su tale base do,vrebbero poi essere ·discriminati gli interventi pubblici nelle regioni meridionali, sia nel secondo programma economico nazionale, sia nel nuovo piano di coordinamento degli interventi pubblici nel Mezzo•giorno. · In altre parole, co,me ha scritto Sandro Petriccione su questa stessa 4 Tale rapporto si desume dall'ultima relazione di bilancio. della Cassa per il Mezzogiorno. 80 BibliotecaGino Bianco
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