.. Argomenti I tiva del paese e nell'ambito della rapi 1da integrazione dei mercati e dell'economia delle nazioni europee ed extraeuropee, l'obiettivo della piena occupazione nel Mezzogiorno. Non vi è dub,bio, infatti, che il « lavoro ,di previsione delle quote di posti di lavoro da creare nel Mezzogiorno ha un senso nella misura in cui la quota ,di investimenti localizzabili non costituisca un obiettivo astrattamente desiderabile ma il risultato di una attenta analisi della fetta di investimenti produttivi effettivamente localizzabile nel Mezzogiorno » 1 • Ciò non toglie, però, che ancor prima bisogna domandarsi quanti siano e chi siano coloro che chiedono e chiederanno posti di lavoro nel Mezzogiorno, ed inoltre in quale misura si sia modificata, durante gli anni '60, l'entità e la struttura dell'offerta di lavoro, delle regioni meridio,nali. Vale la pena, r quindi, di analizzare - seppure in modo sommario ed incompleto - quanto è accaduto dal 1961 a questa parte nelle fo,rze di lavoro e nell'occupazione del Mezzogiorno, di individuare, per grandi linee ed in modo ap:prossimativo, le esigenze di nuovi posti di lavoro, per torn·are, infine, al problema della strada da battere per tentare di raggiungere la ,difficile meta della piena occupazione. Tra il 1961 ed il 1968 le forze di lavoro presenti nel Mezzogiorno, vale a ·dire le persone che risultano occupate o che cercano un'occupazione, sono diminuite di 442 mila unità. Gli occupati sono 441 mila in meno, mentre il numero dei disoccupati « ufficiali » è uguale a quello che si registrava nel 1961 (circa 300 mila); a questi ul~imi bisogna aggiungere più di 100 mila sottoccupati. Nel frattempo, la popolazione presente nel Mezzogiorno è aumentata di oltre 900 mila unità, per cui è aumentato anche il numero degli « inattivi », nonché il loro peso sulla popolazione che lavora o cerca lavoro; infatti il tasso di attività ,della popolazione meridonale è sceso dal 37,2% al 33,0%. Inoltre, le forze di lavoro del Mezzogiorno, che erano pari al 32,1% del totale nazionale, sono scese al 31,7%, i disoccupati sono saliti dal 42,2% al 43,1% del totale nazionale, gli occupati sono passati dal 31,7% al 31,3% della com1 plessiva occupazione del paese. Che cosa è accaduto, dunque, nell'offerta di lavoro delle regioni n1eridionali? ln·dubbiamente, anche nel Mezzogiorno, così come a livello nazionale, hanno giocato un ruolo non indifferente, nella diminuzione delle forze di lavoro, l'emigrazione, l'esodo dall',agricoltura, l'andamento :della scolarizzazione, l'invecchiamento della popolazione, il livello della qualificazio 1 ne professionale. Ma si può anche ritenere che i fattori negativi (emigrazione, incontrollato esodo agrico•lo) abbiano t CENSIS (Centro Studi Investimenti Sociali), Appunti interni di lavoro sull'intervento specialé nel .Mezzogiorno, Roma 1969 (ciclostilato). 77 ~. Biblioeca Gino Bianco -
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