. ' .. Giornale a più voci I Tale tecnologia, che pure presenta caratteristiche di rigore e di validità scientifica, non· può quindi essere assunta come modello pedagogico e p•uò essere utilizzata solo in casi particolari, in cui si tratta di aip·prendere delle nozioni o delle verità, 110n esercitando o esercitando solo in app,arenza il pro1 prio• s.pirito di ricerca. L'istruzione pro·grammata, nono,stante i suoi freddi bagliori fluorescenti, ha qualcosa di grave e di passatistico, che ricorda certe forme dell'insegnamento autoritario. Diversa, come si è detto, è una progettazione pedagogica aperta, divergente, pluralistica, pro,blematica, che non offre delle sequenze obbligate, attraverso le quali deve cadenzarsi la m:arcia trionfale verso la Verità, ma che ammette tutte le direzioni possibili, in quanto frutto di realizzazione personale, esclusa quell'unica direzione, che pretenda di essere l'unica possibile. BRUNO LAURETANO Uccellacci e uccellini C'erano una volta in Italia la lince, il daino sardo, il Gypaetus barbatus (o avvoltoio degli agnelli)... Una volta: non nel « cenozoico», ma trenta, dieci, cinque an-ni fa. Fra qualche anno, « grazie» ad una « leggina», la 906 (appro.vata il 24 gennaio scorso dalla Commissione Agricoltura e Foreste della Camera, dopo che rapidamente era passata al Senato) potremo, forse, raccontare ai nostri figli che c'erano 1 una volta in Italia il merlo, il tordo, il fringuello ... Grazie alla 906 che, ri,pristinando in Italia l'uccellagione, sop,p,ressa nel 1967 nel quadro della nuova legge sulla caccia, costituisce una vera e propria « licenza di uccidere » rilasciata, senza esame, ai circa centocinquantamila uccellatori e uccellinai (60.000 dei quali nella sola provincia di Brescia) che si trovano in Italia. L'uccellagione, come la definisce il lessico Treocani, è « l'attività e anche la pratica, l'arte di uccellare, cioè di catturare vivi gli uccelli selvaggi, con trappole, reti, lacci, panie o vischio .... ». · Per quali motivi si pratica? Secondo la legge in questione, si p·uò uccellare « solo per scopi scienti,fici o di mercato». E se l'uccello muore? « Se l'uccello m~ore, bisogna su·bito denunciare il fatto al comitato provinciale della caccia ». Tutto molto semplice, .ma sta di fatto, come vedremo, che gli « scopi scientifici» sono essenzialmente una copertura e che l'ipo,tesi dell'uccello che· muore è molto più di un'ipotesi e va moltiplicata ,per molte centinaia di migliaia di casi all'anno. Senza contare che l'uccello che sopravvive, molto spesso s11bisce un trattamento tale che al confronto la morte sarebbe preferibile. 61 -.Bibli teca Gino Bianco -
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