Bruno Lauretano opposti atteggiamenti e confermano la pregnanza e fertilità degli aggettivi « chiuso » « aperto ». È poss~bile additare, al di là dei molteplici aspetti fenomenologici, in cui ciascuno dei termini dell'alternativa si manifesta, delle costanti? Si può rispondere affermativamente. Ciò che definisce ·una scuola come chiusa o come aperta è il traffico interno delle comunicazioni. La scuola chiusa o autoritaria ammette solo comunicazioni verticali, discendenti, unidirezionali e poco o nulla reversibili (.dall'autorità che dà ordini a chi riceve gli ordini). La scuola aperta o democratica ammette comunicazioni verticali ed orizzontali nei due sensi e quin,di reversibili. Per tornare alla Scuola Media del rione Traiano,_ ciò che la caratterizza come scuola aperta è il continuo flusso di informazioni dalla base (Senato scolastico), il clima di coinvolgimento partecipativo, la valorizzazione e la sti1nolazione delle capacità creative. Una scuola di questo tipo ·non va intesa come una specie di « isola di Arturo», remota dall'ambiente circostante, una scuola aperta in una società per il resto chiusa. Allo stesso modo, la stimolazione delle attività espressive non deve essere interpretata come conferma di tale isolamento, e atteggia1nento di fuga. Una scuola aperta è un fattore capace di modificare l'ambiente e di forzare la chiusura della società: non quindi fuga dalla realtà, ma apertura alla realtà ,di domani, che ai reazionari potrà anche sembrare apertura alle di,mensioni dell'uto 1 pia, con l'aggiunta che uto1 pia in tal caso vale per ciò che non è, ma che p,uò essere, che sta per divenire, il domani. La scuola a1perta è un fattore di trasformazione all'interno di una società ch_iusa, in quanto dà la coscienza di un'alternativa, l'esperienza di una co,munità liberata e liberante, un'esp 1 erienza che no1 n si dimentica, le cui stimmate benefiche restano perduranti come un tatuaggio. Altra obiezione è quella per cui si osserva che sacche di scuola chiusa possono annidarsi anche nella scuola aperta. Ciò' dimostra che l'alternativa, come l'alternativa tra male e bene, non è mai del tutto esorcizzata, che la scuola aperta non è una realtà statica, un bene di cui appropriarsi, ma una realtà dinamica, una direzione di movimento, una tendenza. So,stanzialmente no1 n esistono scuole chiuse e ·scuole aperte, ma scuole orientate verso la chiu·sura e scuole orientate verso l'apertura. Ogni scuola di fatto non è mai o tutta chiusa o, tutta aperta, ma più o meno chiusa, piì1 o meno aperta, Ciò che la caratterizza è la tendenza prevalente. L'annidarsi in essa dell'alternativa testimonia una condizione ,di intensa vita e di fermento. La presenza dell'alternativa però a vo,lte non è avvertita o è poco avvertibile, in quanto spesso si cela in forme mi,stificate. Così procedure nuovissime (l'istruzione programmata e le cosiddette tecnologie dell'insegnamento) hanno lo spessore della scuola chiusa. L'istruzione programmata, quale viene realizzata e nei programmi lineari e nei programmi ramificati, offre delle •sequenze coatte d'informazione, e, anche quando apparenten1ente ammette la possibilità di diversioni, fini1sce con l'imporre una. direzione di marcia p,recisa, deprimen-do ogni impulso creativo e favorendo comportamenti di ti,po conformistico. 60 BibliotecaGjno Bianco
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