Antonino de Arcangelis soltanto nel 1966-67 ha raggit1nto la quota dei 35 grammi di p,roteine animali per abitante; ossia la quota che, rapp•resentando il minimo di fabbisogno biologico, a livello statistico nasconde larghi strati di popolazione in condizioni di insufficienza nutritiva. Secondo previsioni basate stlll'assenza, anche in futuro, di interventi correttivi, all'italiano medio non sarà consentito di raggiungere statisticamente un livello nutritivo « europeo» - di 50 grammi di proteine animali per abitante, livello capace di assicurare la saturazione dello stesso fabbisogno biologico anche nei settori a basso reddito - prima del 1980. Ciò equivale a prevedere che, ancora per dieci anni, vasti settori della popolazione italiana - presumibilmente in lenta diminuzione col tempo - si alimenteranno, senza soddisfare i fabbisogni biologici fondamentali minimi, indipendentemente da ogni prospettiva di incremento consumistico 1 di altro tipo, meno indispensabile, e che verranno faciln-iente individuati - come lo sono stati recentemente - soprattutto nelle popolazioni scolastiche di domani. È inoltre sconcertante rilevare dai confronti internazionali che il gruppo di paesi del quale nel 1963-64- secondo 1 i dati disponibili al tempo del nostro articolo di tre anni or sono - faceva parte l'Italia, e che co1mprendeva la Spagna, il Portogallo e la Grecia, si è ritro,vato, secondo i dati del 1966-67 dei quali disponiamo ora, p,rivato di quest'ultimo paese il quale, per tutti e quattro gli indici presi allora in considerazione (consumo proteico globale, consumo proteico animale, co,nsumo di latte, rap1 porto fra razione calorica e razione proteica animale) ha nettamente distaccato gli altri tre, compresa l'Italia, raggiungendo -- per quanto riguarda il rapporto fra calorie e proteine animali, importantissimo per le valutazioni della F.A.O. - il livello dell'Olanda nel 1953. La Grecia infatti, nel decennio che va dal 1953 al 1963, aveva incrementato notevolmente la razione energetica in,dividuale (da 2500 a 2920 calorie) ed aveva anche ottenuto un aumento qualitativo 1 della dieta individuale, con un incremento del const1mo di proteine animali (da 22 a 32 grammi) pari al 45% circa. Nei tre anni successivi, fra il 1963-65 ed il 1966-67, la Grecia ha poi provveduto a correggere qualitativamente la dieta statistica individuale, lasciando la razione energetica - di valore accettabile per quella situazione climatica - ad un livello p·ressoché immutato (da 2920 a 2910 calorie), ma incrementando la razione di proteine animali di un altro 30% (da 32 a 42 grarnmi), quella delle proteine totali, già più elevata della nostra, de] 5% (da 94 a 99 grammi) e quella della razione di latte del 40% {,da 135 a 190 grammi). Tutto ciò rapp,resenta un progresso estremamente interessante, specie se si tien conto che il reddito individuale medio ha avuto, in Grecia, un incremento, nello stesso perio 1do, del 50%: tale da far ritenere, se veritiero, che non si tratti di un comportamento 1 statistico « inerziale», ma nasconda l'esistenza di interventi correttivi organizzati. Nella nostra analisi di allora ed in un successivo articolo (A. de Arcangelis, La « saggezza del corpo» in Italia, « Nord e Sud», aprile 1968), segnala~mo i pri11cipali elementi della disorganizzata po1 litica nutritiva italiana. La mancata prep·arazione dietologica dei laureati in medicina~ il mancato inse54 BibliotecaGino Bianco
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