Nord e Sud - anno XVII - n. 124 - aprile 1970

... Regioni e politica di piano cate dal piano nazionale .e quelle individuabili a livello -delle regioni. Questa circostanza, grave per tutte le regioni, si è fatta ·avvertire an,cora più pesantemente in quelle meridionali, povere di centri decisionali autonomi, soggette a scelte maturate al loro esterno e svincolate. da un efficace coo-rdiname,nto pubblico, prive ·di concrete indicazio,ni sulle forme e sull'entità delle modificazioni che si intendono apportare alle modalità di crescita già •consolidate_ all'interno dei singoli settori produttivi. · Ma ciò coinvolg-e una questione più generale. Fino ad oggi, uno dei criteri di b·ase adottati - anche nel programm·a ,eco•nomico naziona_le - per la de·finizione degli obiettivi di svilupp·o nel Mezzogiorno, è stato quello di stabilire dei « bersagli » ,di ,cr,escita del settore industriale (considerato· peraltro nel suo complesso, e non nelle sue ,diverse componenti) in funzione della finalità di un ,certo riequilibramento tra agrico 1 ltura ed industria in termini, sostanzialmente, di livelli di produttività e di remunerazione .del fattore_ lavoro. Fis- -sato cioè uno scarto - ritenuto quello massimo politicamente acoettabile - tra re·d,diti agricoli ed extra-agricoli, e formulate delle previsioni di incremento delle produzio,ni agricole (cioè del prodotto e del reddito del settore) si è stimata la quota di p,o.polazione gravante all'atto del calcolo sull'agricoltura da _riallo,care negli altri settori produttivi. La riallocazione settoriale di tale poprolazio,ne è stata quindi tradotta in obiettivi di creazione di nuovi p·osti di lavo·ro, -e quindi di realizzazione di investimenti, nei settori secondario e terziario: industria e servizi. L'applicazione a vari livelli territoriali di questo metodo negli anni trascorsi ha avuto· certamente il merito di condurre a delle prime ma significative stime della dimensione dei p·roblemi da risolvere e -della qt1antità ,dei mezzi a ciò necessari. Non può tuttavia essere oggi ulterio,rmente taciuta la circostanza per cui, al -di là della -compiutezza formale, questo tipo di ragionamento - considerando, in pratica lo sviluppo delle attività industriali e terziarie uno « strumento» dello sviluppo di un'agricoltura moderna - capovolge sostanzialmente i rapporti -di causalità riscontrabili nella realtà_ dei processi di trasformazione economica _in atto nel nostro come negli altri paesi in via di av·anzata industrializzazione. L'esperienza infatti dimostra come· sia proprio lo sviluppo dell'industria· e -delle connesse ·attività di servizio che, obbede.ndo a leggi pro,p•rie e caratteristiche, attira - a seco-n-dadelle forme e dell'intensità con cui si manifesta - nuove aliquote di. popolazione nel mondo urbano-industriale, ponendo èosì le premesse (e nulla ,di più -delle mere - 27 . Bi•bti eéa Gino Bianco -

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