Nord e Sud - anno XVII - n. 124 - aprile 1970

Alfredo Testi tale quadro, organizzare (se si vuole,. pianificare) le proprie attività sia per inserirsi nella fase di attuazione dei contenuti regionali del piano nazio,nale, sia per definire il com.plesso d-egli interventi, ricadenti nell'ambito· cl-elle co,mp,etenze a.d e~se rico,nosciute, che si dimostreranno i più adatti a contribuire al raggiungimento degli obiettivi nazionali e regionali del piano economico nazionale. E qui, per motivi di brevità, ci si limita semplicemente a richiamare !'·attenzione sull'oppo,rtunità di pro,cedere comunque da una parte (a livello nazionale) a,d opportune forme di aggre·gazione di più territori regionali e di pervenire dall'altra (a livello delle regioni) ad efficaci forme di coordinamento interregionale. I motivi che richiedono l'adozione di questo accorgimento sono molti (le difficoltà ed il costo· di reperimento ed elaborazione dei dati necessari a suddividere le indicazjoni del piano per tutte le venti regioni italiane, la scarsa significatività geografica ed economica degli attuali co,nfini regionali, la preminenza di problemi - quale quello dello squilibrio tra No·rd e Sud - che ,devono ancora essere affrontati a larga scala territoriale ...), così come num-erose sono le· proposte di soluzion•e finora prospettate - anche sulle colo·nne di questa rivista - per ricomp-o,rre, sia pure prevalentemente a fini di pianificazione, il nostro quadro interregionale.. Ma torniamo al problema dello, stretto coordin~ento tra i due livelli - nazionale e regio11ale - della politica di piano, coordinamento che riguarda sia la realizzazion-e degli obiettivi di « sviluppo », sia la realizzazione degli interventi « fisici » sul territorio. Questo p·roblema non ha trovato finora alcuna soluzione tanto per motivi politici (alcuni dei quali possono essere desunti dalle osservazioni precedenti) quanto p1er motivi « tecnici ». Per quanto riguarda questi ultimi, è risultato mancante un anello fondamentale della caten·a ,del pro,cesso decisionale che, spostandosi man mano dal centro alla periferia, deve consentire di p•assare dalla fissazione dei grandi obiettivi_ e dalla individuazione dei principali strumenti alla progressiva definizione delle scelte di maggiore dettaglio e delle precise operazioni da compiere nei singoli territori. Tale anello è quello rappresentato -dalla elab·o•razione di piani settoriali di intervento che, articolandosi sul territorio, devono consentire di collegare i problemi lo,cali e le possibilità di risolverli alle scelte co·mpiute nella fas•e preliminare, o « aggregata », del piano. La man- - canza di un qualunque serio tentativo in questa direzione ha reso praticamente impo,ssibile qualsiasi sforzo di -collegare in modo non meramente presuntivo ed ipotetico le prospettive di sviluppo in,di26 Biblioteca Gino Bianco

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