Nord e Sud - anno XVII - n. 124 - aprile 1970

·' Regioni e politica di piano I · listi 1ca, gli effetti dell'intro,duzion.e ,di istituti autonomistici regionali possono essere assimilati a quelli di un p·otent,e farmaco da somministrare con la dovuta cautela e· con la necessaria cognizione ,di causa: oltre certe dosi, gli effetti positivi possono- es.sere più che compensati da effetti negativi tali da far rapidam,ente peggiorare i sintomi del male che· si dovrebbe c·urare, ,e cioè la divisione del paese in due realtà: l'una ricca, mo,dern·a e indu,striale; l'altra p,ov·era, arretrata ed ancora prevalentemente arro,ccata su attività tradizionali e scarsamente dinamiche·. Che i rappresentanti politici delle regioni settentrionali siano prevalentemente su posizioni di « autonomismo ultras » non çleve quindi meravigliare~ Ma solo un grossolano errore di p•rospettiva e null'altro che una irresp,o,n·sabile leggerezza potrebbe spingere i rappresentanti politici delle regio,ni meridionali ad avallare un tale disegno. 3. È necessario, dunque, •conse,rvare unicamente al livello· n·azionale della politica di piano l'elaborazione di un disegno, o « modello » di sviluppo che individui le finalità fondamentali, fissi gli obiettivi che traduco 1 no, tali finalità in termini quantitatiyi ed indichi gli strumenti n·eces.sari ·a raggiunge·re, gli obiettivi prescelti. Ma, dovendo 1 la finalità del rie,quilibramento territoriale del sistema economico nazionale risultare prioritaria o. vincolante rispetto a qualsiasi altr~ finalità (quale, a,d -esempio, quella -di un ,elevato ta·sso -di incremento, del reddito 1 nazio,nale· in termini ·globali), è evidente che il programma eco,nomico• nazionale· dovrà anche indicare come i singoli sp·ecifici obiettivi ,ed i diversi strum·enti di intervento diretto o indiretto collegati alla finalità del riequilibram·ento si ,dovranno articolare sul territo,rio. Il piano nazionale dovrà cioè prevedere una sua « articolazione regionale», che risulti la più ido·nea a conseguire un più accentuato ritmo di sviluppo delle regio·ni meridionali, e che escluda la possibilità di realizzare ·nelle regio·ni settentrio·nali interventi tali da risultare in contrasto col perseguimento - su di un piano di parità tra le diverse regioni - di un reale pr,o,oesso di unificazione economica nazio,nale. Come potranno le regioni inserirsi nel lavoro di « articolazione » del piano nazionale? Fondamentalmente in due modi. Da- un lato esse potranno p·artecipare - formulando proposte, fornendo partic-olari elementi di co,noscenza, impegnandosi a sp,ecifici futuri a;dem- . pimenti - alla definizione delle tranches regionali del piano· nazio- . nale. Dall'altro potranno, sulla base della p•revia fissazione di un 25 - . Biblic, cc·a Gino Bianco· 'I , -

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