.. Regioni e politica di piano ·p-oco conto: molte cose dovranno cambiare prima che esso sia po,ssibile, e molto in questo senso gioverà anche una più chiara e generale comprensione dei termini in cui, nella realtà, si pongono i problemi economici regionali e una migliore conoscenza della fitta rete di interdipendenz•e che unisce le varie parti del sistema economico. Tuttavia, per contribuire a dissipare almeno in parte la confusione •dominante nei discorsi comunemente svolti sull'argom.ento,, non sarà inutile insistere ancora una volta su due circostanze di carattere gen•erale che dovrebbero fornire i principali pt1nti di riferimento per qualsiasi •discorso responsabile sul ruolo da assegnare agli enti regionali ne-Ila formazione e nello svolgimento della politica di piano. Bi~ogna anzitutto tenere sempre bén presente che il nostro è un paese ancora molto caratteristicamente contrassegnato da una struttura economica accentuatamente dualistica, specie sotto l'aspetto geografico, la qt1ale determina una sempre più grave spaccatura del paese in due tronconi eterogenei. L'esigenza primaria da soddisfare è dunque quella di perseguire con ogni sforzo il riequilibramen to territoriale della struttura economica nazionale e l'integrazione delle varie economie regionali in un processo di sviluppo realmente globale unitario. Ma, se questa ,deve essere la finalità prevalente e la stessa ragione fondamentale della nostra politica di piano, non vi è dubbio che la sua elaborazione ed articolazione regionale ,devono essere saldamente controllate dagli o,rgani - legislativi, amministrativi e tecnici - del potere centrale, sia pure co,n la collaborazione stretta degli organismi operanti a livello -delle re- • • gI(?nl. In secondo luogo, bisogna operare in modo che la riforma regio,nale dello Stato, lungi dal rid~rsi ad un fatto puramente nominalistico e formale, nasca invece in forme tali da consentire non solo l'affermazione, ma anche il corretto esercizio dei nuovi poteri regionali - politici, oltre che amministrativi - accanto a quelli degli organi centrali dello Stato. Ma potremo realisticamente sperare -di conseguire un tale risultato solo a condizione ch,e agli organismi regionali vengano affidati ruoli di natura tale da no)n superare le loro reali cap·acità di rappresentanza e compiti di portata tale da non travalicare le loro concrete possibilità di intervento·: capacità e possibilità che rimangono comunque limitate entrambe all'ambito regionale. Anche da questo punto di vista, ·dunqu~·, emerge l'esig•enza di conservare al potere ce-ntrale tutte quelle decisioni ed interventi in grado di influire in misura rilevante sulla distribuzione interregionale delle risorse. .. 23 , . Biblio ec·a Gino Bianco· .. • -
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