Nord e Sud - anno XVII - n. 124 - aprile 1970

Luigi Mendia effettivamente risolverli, mediante una concentrazione di sfo,rzi operativi. Non è retorico ,dire che è stato lanciato l'S.O.S. p•e·r evitare la « catastrofe naturale » che potrebbe ,coinvolgere rapidamente le molto prossime generazioni. Se co11sideriamo, ,che il nostro paese è: membro attivo, ,di tutti gli Organismi Internazionali citati, ,dovremmo dedurre che, dati gli impegni assunti, non solo la classe politica sia già piename,nte sensibilizzata ai problemi in 1discussione ma che, anche, siano disponibili: un piano globale di interventi, strutture amministrative adeguate per la realizzazione degli interventi stessi, stanziamenti di fondi per la loro, esecuzione, tecnici mo1dernamente preparati al livello ,concettuale e pratico, programmi •di studi e ricerche, una specifica rete di informazione e di sensibilizzazio·ne della opinione pubblica. Purtroppo, ·ahimé, per fare qualche esempio ,diremo che: la legge p,er la protezione ·delle acque dagli inquinamenti app·ro·vata dal Governo nel 1964, e poi ripresentata, è anco,ra all'esame di Co·mmissione in Senato; che la leg.ge « antismog» è priva del regolamento per gli inquinanti da autoveicoli e dalle industrie; che i servizi preposti ·al controllo dei proble·mi ambientali dispongono .di pochi funzionari sovraccaricati di compiti; che il numero di Organi competenti alla risoluzione di uno stesso argome11to spesso, ritarda . p·e'r « affollamento » g.li interventi, che nel Progetto• '80 vi è solo una generica enunci·azione dei problemi che dovrebbero ,essere coordinatamente affrontati, che il ritardo tecnolo,gico è particolarmente sensibile nel nostro p·aese per quanto, riguarda le tecnologie anti-inquinamento, che lo stato di conservazio·ne del nostro, p·atrimonio idrico si avvia rapidamente al deterio-ramento, in alcuni casi irreversibile, che i servizi preposti al controllo della protezione ambientale sono del tutto inadeguati alle ,dimensioni assunte ,dall'offesa che si perp·etua quotidianame·nte co,ntro, la natura, che sono pochissimi i ·pro,grammi interdisciplinari di ricerca, che nessuna azione di informazione, educazione e sensibilizzazione della pubblica opinion,e è stata intrapr,esa, tranne che da qualche giornale o istituzione privata. Non vi è dubbio che si dovrà pur uscire da questo stato di cose, pena un « gap ambientale-sociologico » che ci condannerebbe, 110n so,lo rispetto ·ai paesi civili con cui partecipiamo alle assisi i11ternazjon·ali, ma rispetto- alle generazioni che immediatamente ci seguono. · Un piano p,er la gestione e la conservazione delle risorse naturali comporta fondamentalmente un impegno politico, affiancato 18 BibliotecaGino Bianco

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