/ Recensioni I avvenimenti del '48. In appendice, infine, ventuno lettere edite e inedite dello stesso p·eriodo, tra cui quella famosa alla moglie Gigia del I febbraio 1851, dal carcere, diffusa, come scrisse il Torraca, « in infinite copie » e che « tanti tenevano a casa come reliquia»; e, i,nediti entrambi, un abbozzo d'introduzione alla p,rogettata Storia d'Italia e un Appunto sulla storia della letterat11ra italiana, che è « probabilmente il primo schema», come nota il Themelly, « dello svolgimento storico della letteratura italiana fermato dal Settembrini dopo l'abbandono della concezione ideologico-sensistica dell'arte e della letteratura espressa nel Della italiana letteratura». Mi sia consen.tito di chiudere questa nota su un particolare, per dir così, familiare. Si conserva nella mia casa una coppia di posate scolp,ita in legno nel penitenziario di Santo Stefano da Luigi Settembrini ed offerta al penalista Amilcare Lauria, liberale, che di Settembrini fu difensore durante i sette mesi del processo (dal giu·gno 1850 al gennaio 1851) che lo avrebbe condannato al patibolo, poi commutato in ergastolo. Amilcare Lauria, figlio, del grande avvocato e giurista Francesco « egregio per cuore e per mente », la cui « affettuosa eloquenza » lo stesso Settembrini ricorda p,iù di una volta, fu mio bisavolo per parte di mia nonna Emma Lauria. Tra le ventuno lettere del Settembrini pub1 blìcate o rip·ubblicate qui dal Themelly ve n'è una (già edita nel '34 dall'Omodeo) indirizzata addì 20 gennaio 1851 app·u·nto « al Signo·r Amilcare Lauria, avvocato ». Non ne riporto le espressioni di ammirazio·ne e gratitudine per chi il Settembrini volle chiamare in quell'occasione · « mio difen·sore, mio presidio, mio amico, mio vanto ». LANFRANCO ORSINI 107 , ·Bib·lioteca Gino Bianco . .
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