... Maurizio Mistri dàrietà sociale, arrivano spesso a « proteggere le imprese poco competitive contro la concorrenza e le sue sanzioni », finendo per im·piegare risorse preziose, ai fini della crescita economica, in settori che da tempo hanno raggiunto la fase dei rendimenti deorescenti. Di tali interventi sterili i lavo,ratori non hanno certo bisogno; mentre hanno bisogno di una politica sociale che si basi sul perseguimento di ·sempre maggiori livelli di crescita. Sarà, cioè, p·rop·rio l'esp·ansione a finanziare la politica di sicurezza sociale il cui più importante strumento• viene indicato, da Servan-Schreiber, nella garanzia di un salario minimo a chiunque si trovi in particolari condizioni economiche. Favorevole all'abbandono delle antiquate tecniche produttive, il Manifesto radicale si rivela p•rofondamente preocc11p,ato per l'obsolescenza professionale dei lavoratori che il progresso viene emarginando. Un'economia al servizio dell'uomo deve, cioè, dare il massimo valore ad ogni singolo lavoratore, dandogli comunque l'indispensabile sicurezza economica e social,e. Una praxeologia economica, proprio ·perché scelta ragionata degli obiettivi in relazione ai mezzi, si fonda sulla pianificazione che, ·solo1 entro certi limiti, può essere l'espressione di una volontà centralizzata, mentre, in larga misura, deve essere la risultante delle spinte periferiche. La pianificazione è scelta dei settori in cui investire, ma è anche scelta delle localizzazioni geografiche degli impianti; ed è stata •proprio la mancanza di una razionale politica delle localizzazioni geografiche degli impianti industriali a determinare i crescenti squilibri geografici, demografici e sociali, fra le diverse regioni della Francia, a similitudine, potremmo aggiungere, di quanto è avve11uto in Italia. Occorre, allora, che i due aspetti della pianificazione, quello della scelta dei settori e quello della localizzazione geografica degli im,pianti, siano visti sotto una luce unitaria, filtrata attraverso l'istituto della regione. Non solo la regione è strumento di democrazia politica, ma è, soprattutto, espressione di decisioni economiche capaci di invertire la tendenza verso la cu1nulazione degli squilibri settoriali e geografici. Ad ogni modo, a monte di ogni scelta del pianificatore, restano quelle fondamentali dei settori verso i quali orientare i nuovi investimenti. In materia, la politica economica gollista è stata una summa di errori, tutta protesa, come era, ad investire in settori di prestigio, in funzione della po., litica estera, senza minimamente preoccuparsi della redditività degli investimenti o anche della loro credibilità internazionale. In realtà, la politica economica francese è stata p·redeterminata da una sorta di comp,Jesso di inferiorità nei confronti del modello americano, senza prendere in considera..: zione il fatto elementare che ciò che era redditizio •per gli U·SA poteva non esserlo per la Fra11cia, date le ·diverse dimensioni dei rispettivi mercati. L'ottimalità non è solo tecnica, ma economica; e, cioè, si definisce nel contesto del ~ommercio internazionale. Solo sostituendo ai mercati nazionali un unico mercato europeo, le imprese europee potrebbero arrivare a far identificare l'ottimalità tecnica con quella economica, grazie agli aumentati livelli di efficienza nelle economie di scala. 104 Biblioteca Gino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==