Giulio A. Rusconi Clerici questa parte introduttiva si doveva passare alla identificazione di un « modello» di assetto territor.iale per la regione, basato sull'esame delle · condizioni territoriali interne, da sottoporsi a tutta una serie di verifiche, co,n l'obiettivo specifico di esaminarne la compatibilità e la coerenza con le concrete condizioni di evoluzio11e ·del processo regionale di sviluppo socio-economico. Dato che il Progetto di Piano Economico Quinque·nnale spingeva le sue previsioni solo al 1970, gli studi per il Piano Territoriale estesero le previsioni al 1981: doveva perciò essere stimato a quella data lo sviluppo demografico e dell'occupazio11e, per poi essere oggetto di ipotesi relative alla distribuzione della popolazione e delle attività sul territo 1rio della regione, venendo così a costituire l'elemento fo·ndamentale per l'individuazione e il dimensionamento degli interventi di natura territo•riale. Queste ipotesi -distributive dovevano poi essere messe a punto in base ad una serie di verifiche di natura econometrica, per valutarne la congruenza con l'evoluzione dell'occupazione nella regione. Sulla base di tutti questi studi preliminari, e solo a questo punto, si dovevano vagliare i problemi di natura tipicamente territoriale, elaborando la proposta di assetto regionale e corredandola con uno schema di temporalizzazione e di priorità per le fasi di attuazione, in relazione a tutti i settori di intervento delineati. Questo programma di lavoro è stato integralmente seguito, e per la parte di previsione socio-economica sono stati utilizzati mo,delli matematici già esperimentati in varie circostanze, in altri paesi, utilizzando le tecniche e gli strumenti di calcolo più avanzati. Non è qui il caso di valutare o di esprimere giudizi sui risultati dello studio: ciò che impo,rta sottolineare è la metodologia seguita per la realizzazione di questo lavoro, certamente innovativa nei confronti di quasi tutte le altre esperienze. Il « disegno, » del Piano, ancorché molto sintetico, è giunto nell'ultima fase del lavoro, come risultato, e non come premessa, di una serie di studi di appoggio, preesistenti o appositamente elaborati. È in una fase successiva all'attuale dibattito sulla proposta delle ipotesi, che il « disegno » assumerà il ruolo di prot~gonista, completandosi attraverso tutta una serie ·di verifiche di natura prettamente territoriale per· una definitiva messa a punto. . Con altrettanta obiettività e franchezza va esaminato anche un altro modo di ricorso alla collaborazione tecnica, questa volta in forma mediata, che, a mio avviso, non ha prodotto risultati altrettanto completi e positivi. Si tratta di alcuni tentativi effettuati di trasferire alle organizzazio-ni esecutrici anche le responsabilità della progettazione. Esempi 96 Biblioteca Gino Bianco
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