Nord e Sud - anno XVII - n. 123 - marzo 1970

.. Giulio A. Rusconi Clerici che no1 rmalm 1 ente affiorano, qu.ando si debbono ro,mp-ere situazioni da lungo tempo precostituite e che, perciò, coinvolgono ingenti interessi. Esempi positivi di ricorso alla tecnica, in forma più ampia ed adeguata, sono i prog,etti per i piani di svily.p·po industriale nel Mezzogiorno, alcuni casi -di pianificazione regionale, ricerche ed indagini promosse da Enti periferici e centrali in ordin-e ad alcuni problemi particolarmente complessi (fabbisogno di ·abitazio·ni, piano ospedaliero, piano urbanistico nazionale, ecc.). In effetti, alcuni -dei piani urbanistici sopra citati costituiscono i primi esempi, in Italia, nei quali l'assett•o territoriale è stato· studiato e determinato, partendo da un esame attento e preciso dei -dati socio-economici, indicando una gradualità negli investimenti in r,elazione agli obiettivi di occupazione e di sviluppo economico e priogramm 1 ando gli stessi in relazio 1 ne agli stanziamenti dispo·nibili; e ciò con un rif 1erimento continuo ai dati e agli obiettivi a carattere nazionale. Sotto questo profilo, non vi è alcun dubbio che si è trattato di un autentico salto di qualità nella progettazione urbanistica. È stata una s~elta politioa moderna: il ricorso 1 alla collaborazio,ne tecnica -nella so1 luzione dei problemi, rigettando• le scelte d,emagogiche e velleitarie, mentre ha portato a migliori so,luzioni, ha, contemporaneamente, promosso la form·azione e l'irr~bustimento di stru 1 tture tecniche particolarmente qualificate. Mette conto accennare qui alla prassi seguita dal ·Co1 mitato Regionale p·er la Programmazione Economica della Lo·mbardia negli studi che hanno portato alle proposte delle ipotesi di Piano .territoriale. Com•e è noto, la legge urbanistica nazionale prevede i Piani Territoriali di Coordinamento, prescrivendo che éssi indichino le zone da riservare a destinazioni speciali; quelle -da asso,ggettare a vincoli o a limitazioni; quelle che saranno destinate all'insediamento di nuovi nuclei edilizi, o di impianti -di particolare natura e importanza; quelle che saranno• interessate dalle principali lin,ee di comunicazione stradali, ferroviarie, •elettriche, e via dicendo. Null'altro è specificato dalla legge: appaiono perciò già evidenti i limiti di competenza istituzionale di q~esto strumento. D'altra parte, le disposizioni esistenti sembrano giustificare l'approccio evasivo che finora ha caratterizzato gli studi per la formazione dei piani. Un'eccezione può essere ravvisata nell'avvenuta applicazione particolare di que~ sto .istituto urbanistico per la pianificazione d-elle aree e d1 ei nuclei industriali nel l\1ezzo·giomo, nel passaggio allo studio di « aree globali » e, infine, di alcuni Piani Territoriali di Coordinamento regionale in Calabria, Puglia, Basilicata, Campania, Lazio. Un'altra eccezione è rileva94 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==