Nord e Sud - anno XVII - n. 123 - marzo 1970

Luigi Compagna una spregiudicata analisi del significato e dei limiti del mod1ello sovietico. Già nel 1918, Rosa Luxemburg, della quale so1 no ben note tanto• la · profonda conoscenza del metodo di analisi marxista quanto la simpatia verso la rivoluzione di ottobre, nella sua ope~a, intitolata appunto La rivoluzione russa (scritta in una prigione tedesca poco prima della morte), aveva affermato che tutto quello che stava per avvenire in Russia poteva ,essere spiegato come un fatale concatenarsi di cause ed effetti, e che i capi sovietici avevano certamente fatto tutto, quanto era po1ssibile fare in condizio·ni così difficili e terribili: « sussisteva, però, il perico.Jo », ammoniva la Luxemburg, « che, facen 1do ·di necessità virtù, essi finissero 1 per cristallizzare in teo1 rie fisse la tattica che e·rano stati costretti a seguire in determinate circostanze e p•er presentarle al proletariato internazionale come modello ed esempio 1 di una tattica socialista ». Tutto ciò si è puntualmente verificato; e ai comunisti non resterebbe che prenderne atto, rinnegando· il mito e confrontandosi con la realtà. Si tratta di un compito arduo e magari impopolare: certo no•n è facile parlare di destalinizzazione e di democratizzazio·ne quando ci si scontra con una base che a 1tutto questo sembra sorda perché non è stata mai educata alla lotta politica democratica. Ma è proprio in no,me di questa stessa base che si impone oggi ai comunisti occidentali di ricordare un fondamentale insegnamento del lor.o più grande maestro, Antonio Gramsci: che « la verità è sempre rivoluzio-naria e dogmatismo e conformismo sono la negazio·ne del marxismo ». · LUIGI COMPAGNA 76 BibliotecaGino Bianco

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