Nord e Sud - anno XVII - n. 123 - marzo 1970

.. Editoriale .. I di governare il paese p·er ttna legislatura secondo il mandato ricevuto dagli elettori che per questi partiti votarono il 19 maggio 1968. Ma tittto questo non fa parte anche del disegno di quegli ambienti del Vaticano, e di quei circoli gesuitici, che sono recentemente scesi in campo per un gioco d'interdizione che, assai più di quello dei Bertoldi e dei Donat Cattin, ha reso impossibile il compito che si era accollato Rumor così come, assai più di quello dei Preti e dei Piccoli, ha di molto complicato il compito che dopo Rumor si è accollato Moro? L'aver posto la ques·tione del divorzio nei termini in cui è stata posta, . e con un crescendo di interveriti tracotanti e ricattatori nei confronti della DC, partito dei cattolici, significa, p·er dirla con le parole dei gesuiti dissidenti, aver fo~nito « un deplorevole esempio di malcostume politico-religioso» e significa aver risfoderato la pretesa della Chiesa « di tornare a trasformare lo Stato italiano nel suo braccio secolare ». Ma il fatto che ci sia stata una manifestazione di esplicito dissenso da parte di circoli gesuitici, preoccupati che dall'intervento del Vaticano nei confronti dello Stato italiano possa derivare un ripudio di fondamentali acquisizioni del Concilio in merito al principio della « libertà religiosa», che· dovrebbe manifestarsi anche nel « defin.itivo abbandono della pretesa di imporre i valori morali e religiosi del cristianesimo· mediante lo strumento coattivo di una legge profana positiva »; ed il fatto, di cui si è parlato, del dissenso dello stesso cardinale Villot da una presa di posizione che sarebbe stata imposta o consigliata al Po·ntefice dai vecchi cardinali reazionari di stampo pacellia110, italiarii, dimostrano l'itno e l'altro che la DC poteva reagire con stile_ degasperiano e dire al Vaticano, o f.ar capire al Vaticano, che le sue interferenze per impedire l'approvazione di una legge già votata da u110dei rami del Parlamento non sono gradite e non possono essere prese in considerazione dal partito di governo della Repubblica italiana, anche se questo partito è un partito di cattolici. E invece non c'è stato nttlla, alm.e110finora, che ricordasse l'atteggiamento che seppe tenere De Gasperz nei confronti di Pap.a Pacelli, quando questi invano cercò di in1porre alla DC l'operazione-Gedda, del blocco nazionale con i monarchici ed i fascisti alle elezioni amministrative di Roma del '52; e se una reazione c'è stata negli ambienti cattolici, essa è venuta da tre gesuiti, ma non da Galloni e Donat Cattin, tanto «avanzati» sul piano sociale dal p·alco del Teatro Eliseo, ma anche tanto arretrati sul piano politico da lasciare solo davanti al problema del divorzio quel De Martino che avevano tallonato, e condizionato, nei giornt del tentativo di Rumor di formare il governo organico di centro-sinistra. E quanto a Sullo, dopo l'articolo di padre Sorge sulla « Civiltà Cat- . tolica », egli ha perso una buona occasione per tacere. 5 - , Biblioteca Gino Bianco •

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