Sul caso Garaudy I come il paese che quindici anni dopo che il corso cecoslovacco- era stato interrotto ad opera di Mosca, ha iniziato da solo a tentare la sua strada verso il socialismo. È da credere che Sartrie, come del resto molti altri intellettuali del nostro tempo, non sap·pia vivere né pensare senza un mito, senza idealizzare qualche società come p,erfetta: . sco1 ppiatogli fra le mani il mito dell'Unione Sovietica (della quale ha finalmente compreso la struttura sclerotizzata e l'apparato burocratico,), ha rivolto le sue speranze verso quelle società che recentemente John Galbraith ha definite « pre-burocratiche », che agiscono in una fase dello sviluppo sociale profondamente diversa da quella delle società industriali moderne e alle cui esperienze non ci pare ci si po,ssa rifare per portare avanti un discorso sullo sviluppo sociale di un paese come la Francia o l'Italia. Per questo motivo la lettura del testo di s.artre, al di là degli accenti commossi con i quali si apre, lascia alla fine non solo profondamente perplessi, ma addirittura irritati: perché ancora una volta vediamo l'intellettuale che avrebbe il compito, come usa dire oggi, di demistificare, di osservare criticamente, correre dietro, a dei miti, vagheggiare società il cui successo presso di noi è dovuto esclusivamente al fatto che di esse n.on si sa praticamente nulla e che quindi posson~, essere immaginate come società quasi perfette, come del resto era avvenuto per la Russia pre-krusceviana: e diremmo che non a caso Sartre se la prende anche con il XX Congresso del PCUS. Sarà forse che queste società vagheggiate da Sartre sono società do1 ve la rivoluzio·ne non si è ancora trasformata in istituzione, dove il sedimento della burocrazia non si è ancora definitivamente deposto. Ma questa fase non l'aveva passata anche l'Unione Sovietica pre-staliniana? E non dicono, proprio nulla all'ultimo Sartre le esperienze di Gide e di Nizan, di Orwell e di Dos Passos? Garaudy e la sinistra france se di Enrico· Vitiello GIROLAMO COTRONEO « Una bella sepoltura»: così Robert Escarpit definiva su « Le Mori- . de » l'esclusione di Roger Garaudy dal Comitato Centrale del Partito Comunista Francese. Non si poteva parlare, a suo avviso, di scomunica, perché « quando si fa il processo ad un eretico c'è sempre una 63 6iblioteca Gino Bianco -
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