.. Girolamo Cotroneo nella loro storia e che invece cercava brutalmente di mutarne il corso. Quando poi nel 1968 i cecoslovacchi cercarono 1 di riprendere la loro strada, di lavorare da soli al « loro » socialismo,, il « grande fratello >> ritornò con i suoi carri armati per « normalizz~re » la situazione facendo ripiombare indietro di vent'anni la storia cecoslovacca. Questo, all'incirca, il discorso di Sartre: la sua interpretazio-ne della storia cecoslovacca dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi si fonda tutta sul principio del socialismo prefabbricato, delle ingerenze sovietiche nello sviluppo politico del paese. Egli non mette mai in discussio 1 ne la questione se la Chose non sia qualcosa di inerente a tutta la dottrina su cui la politica interna ed estera so,vietica si è fon1data da Stalin in poi e preferisce, come sempre, condannare l'errante piuttosto che l'errore. Ma anche questa del « socialismo prefabbricato » non è po1 i una tesi nuova: essa era stata avanzata, subito 1 do1 po i fatti d'Ungheria del 1956, da Milo·van Gilas, il quale in un articolo comparso sul settimanale americano « The New Leader» affermava che la Jugoslavia, essendo 1 stato, il solo paese dove i comunisti avevano conquistato il potere senza il diretto intervento dei russi, aveva potuto innalzare nel 1948 la ban1diera dell'indipendenza davanti all'Unione Sovietica, mentre negli altri paesi le classi dirigenti, portate al potere dall'intervento sovietico, non avevano potuto mettere salde radici, in quanto non erano espressio,ne dei loro popoli. Come si vede, è praticamente la stessa tesi che oggi Sartre rilancia. Ma il problema no•n è certo quello della priorità di qt1esta interpretazione. Piuttosto c'è da chiedersi su che cosa Sartre fondi il suo convincimento - dato che nella storia non esistono controprove - che senza il colpo di stato ,del 1948 la Cecoslovacchia avrebbe creato fin da allora quél « socialismo dal volto umano », vanamente tentato venti anni dopo: quale società sarebbe venuta fuori dalla repubblica di Benes è cosa che né Sartre, né altri ha il diritto di ipotizzare per offrirla poi come realtà concreta. La realtà purtro-ppo è solo quello che è accaduto da Gottwald in poi; il resto è pura fantasia, o irrealizzata aspirazione di alcuni. Ma qui siamo ancora nella parte, diciamo, così, ·descrittiva del discorso di Sartre: i punti veramente problematici sono quelli che affio;.. rano qua e là fra le righe del suo discorso·, so•no le alternative che egli · propone. Il « pregiudizio favorevole » che egli, come molti altri intellettuali vicini al comunismo, ha tenuto finora nei confronti di Mosca no,n è affatto cancellato -dalle pagine di questo suo scritto, ma ha soltanto mutato il suo oggetto: non più Mosca, adesso, non più il socialismo che viene « dal freddo», ma altri Stati, un altro socialismo che questa volta viene « dal caldo», da Cuba per esempio, che Sartre appunto indica 62 Biblioteca Gino Bianco '
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