.. Sul caso Garaudy I commenti che qui abbiamo riferiti (e ci è parso· inutile riportare i molti di consenso) rivelano che la posizione assunta da Sartre non ha certo ottenuto, neppure fra gli intellettuali non comunisti, quel consenso una,nime che forse Sartre si attendeva, o che comunque certamente si attendeva il lettore comune dell'appassionata prefazione a Trois génération.s. Ma a parte l'atteggiamento polemico o addirittura sarcastico assunto da Raymond Aron e quello di riserva assunto- da Carlo Bo, che possono essere dettati anche da motivi immediati, quale appunto l'irritazione nel sentire Sartre parlare adesso, scoprire adesso l'esistenza della Chose (come egli chiama il sistema burocratico-militare dell'Unione Sovietica), assumere oggi il ruo1 lo di po1 rtavoce della coscienza dell'umanità tutta, dopo avere tenuto per anni un atteggiamento, a dir poco, manicheo, a parte tutto, questo,, dicevamo, il discorso- di Sartre si presta a certe considerazioni partico,lari che vanno al di là della polemica immediata che intorno ad esso si è sviluppata. Quale è in ultima analisi il discorso di Sartre, al di là della mozione dei sentimenti con il quale egli ha inaugurato il suo scritto? Che cosa è, in che cosa consiste, « il socialismo che viene dal freddo »? Il ragionamento di Sartre è il seguente: alla fine della seconda guerra mondiale, egli dice, gli uomini della resistenza cecoslovacca, una volta saliti al potere, erano fermamente intenzionati a costruire una nuova società; essi volevano « trasformarsi, trasformando il mondo, farsi, con la costruzione paziente e tenace del ' lo•ro ' socialismo, dei socialisti ' divenuti ' », dei socialisti cioè che avrebbero costruito con le loro stesse mani, magari attraverso errori e contraddizio-ni, la nuo-va società a cui aspiravano; la quale sarebbe - per usare il linguaggio hegeliano usato da Sartre - « divenuta » socialista attraverso appunto una sorta di presa di coscienza collettiva, uno sforzo comune. E in quel momento, prosegue Sartre, i cecoslovacchi, « pieni di gratitudine per l'URSS che li aveva liberati, abbagliati dalla sua vittoria che consideravano il trionfo di una società liberata su una grande potenza capitalista o, più semplicemente, del Bene sul Male, non chiedevano di meglio che rimanere nella zona di influenza sovietica e non si sognavano affatto di negare la posizione di guida al 'grande fratello' ». Ma le cose non andarono affatto così: .« Nel 1948 i comunisti presero il potere - conclude Sartre - e il grande fratello regalò al piccolo fratello un socialismo prefabbricato». Il resto, tutto il resto fino all'agosto del 1968, discende, secondo Sartre, da questo « regalo » fatto dall'Unione .Savie... tica ai cecoslovacchi, ai quali fu così impedito di costruirsi il « loro » ' socialismo, quello più adatto alla loro tradizione pclitica e culturale: essi furono costretti a subire una struttura che no,n affo1 ndava le radici 61 .Bibl.iotecaGino Bianco -
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