.. Giornale a più voci che il principio della necessità dell'indennizzo non opera nel caso di disposizioni le quali si riferiscano ad intere categorie di b-eni (e perciò interessino le generalità dei soggetti) sottoponendo in tal modo tutti i beni della categoria, senza distinzione, ad un particolare regime di ap1 partenenza ». Tuttavi,a, noi riteniamo che, a parte ogni considerazione di carattere giuridico, •del resto sem·pre opinabile, si debba fare un'altra considerazione ben aJ,trimenti importan·te, e cioè che non esiste oggi in Italia una base di consensi che possano sosten·ere una così drastica riforma. A questo proposito Leopoldo Picoardi, criticando su « l'Astrolabio » l'istituto ·dell'esproprio generalizzato proposto dalla legge Sullo, giustamente scriveva: « il continuo rilevante aumento di valore delle aree fab1 bricabili che si è verifioato negli scorsi anni è andato ad impi•nguare i profitti della speculazione che si concentrano nelle mani di .un ristretto numero di operatori economici. l\1a questa pioggia d'oro - ·anche se si tratta di oro falso, -dal punto di vii 1 sta dell'interesse generale - si è, in parte, riversata sui campicelli di una moltitudine cli cittadini, piccoli proprietari di immobili. Come potrebbero rassegnarsi costoro, .do1 po avere avuto l'illusione di essere stati chiamati a partecipare, sia pure in qualità di parenti poveri, al banchetto dei ricchi, a vedersi improvvisamente spogliati dei loro beni? Si fa priesto a dire che se alcune cenitinaiia di migliaia o alcuni mi'1ioni di i,taliani dovranno sopportare un sacrificio, un assai ma,ggior numero di cittadini avrà il vantaggio della casa a buon mercato. È relativamente facile isolare e quindi sacrificare interessi concentrati in un ristretto numero di mani: da noi la riforma fondiaria e la 11azionalizzazione della energia elettrica ne hanno dato la prova. Ma è assai diflì.cile far tacere la voce di gruppi numericamente consisrtenti la cui partecipazio.ne individuale all'interesse comune raggiunge una certa i,nten·sità. Di fron 1 te a questi schieramenti, l'interesse generale, e cioè l'interesse egualmente diffuso su tutta la popolazione, è sem1 pre il più debole». È evidente, infatti, che la nazionalizzazione dell'energia elettrica, pur riguardando un'intera categoria di beni (come prevede la già ricordata sentenza della C·orte Costituzionale) non avrebbe potuto essere condotta in porto se gli azionisti non fossero stati indennizzati: le resistenze sarebbero state certamente insuperabili. Infine, anche a prescindeve dalle obiezioni sulla legittimità costituzionale e su,Ila mancanza di adeguate forze a sostegno p.er una riforma urbanistica come quella che ora si propone, resta pur sempre il problema più difficile: una volta che si sia stabilito che il possesso di un'area non imp1 lica in alcun modo il diritto di costruirvi, a quale regime si deve assoggettare la proprietà edilizia? È a q,uesto pu,nto che tuttò si fa più sfumato e confuso; e alla perentorietà degli slogans si sostitlllisce una varietà incredibile di proposte, spesso assolutamente parziali e prive di una qualsiasi organicità. Per quanto ne sappiamo, la proposta più chiara (il che non significa la più logica o la più giusta, ma la solo più intelligente) è venuta da Giuseppe Campos Venuti, nel suo libro Urbanistica incostituzionale. Per Campos Vei1uti, « il mezzo per ottenere la separazione legislativa del 49 - '3iblioteca Gino Bianco
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