Nord e Sud - anno XVII - n. 123 - marzo 1970

,I Giornale a più voci , non hanno comunque Illiente di rivoluzionariamente nuovo, rifacendosi al vecchio accademismo retorico; seppure non si pensa già di uti,lizzarle per preparare p,redicatori e tribuni per coloro cui essi occorressero. Né il quadro di una società in cui la cultura sia incomunicabile da un gruppo all'altro, come, al limite, un eccesso di speciailizzazione, specie se precooe, potrebbe produrre; né l'immagine di una comuni,tà giovanile intenta ad arcadici giochi :in attesa •di una problematica maturazione o «maturità» sono consolanti. E che entramb 1 e le prospettive possano tradursi in realtà non è gratuito pessimismo. Ma perché appunto ciò non succeda, occorre chiarezza, e coraggio. Chiarezza nel porsi i problemi, coraggio nel cercarne le soluzioni. Infatti, avvicinare la scuola alla società, inserirla nel p,resente, significa proprio inverare in essa le tendenze e le linee di sviluppo del mondo di oggi. E significa, inoltre, dare loro una giustificazione a liv,ello storrico-filosofico; o, eventualmente, proporne una correzione, in base non ad un astratto moralismo, ma ad una critica valutazione e interpretazione della realtà. ADRIANA BICH I nodi della riforma urbanistica Gli scioperi dell'autunno ed in particolare quelilo p1 roclamato dalle tre grandi organizzazioni sindacali per richiamare l'attenzione del Governo sul gravissimo problema della casa hanno confermato ancora una volta la necessità di dotare finalmente il nostro paese di una moderna legge urbanistica (essendo ormai cl1iaro che la legge de1l '42, anche dopo gli aggiornamenti della legge ponte, è del tutto insufficiente, specialmente in seguito alla famosa sentenza della Corte Costituzionale). Ma con la legge urbanistica so,no ritornati al pettine alcuni nodi che già avevano reso la vita difficile alle proposte di legge dei vari governi di centrosinistra (d.d.l. Sullo del '62, d.d.l. Pieraccini del '64, d.d.l. Mancini del '65). Purtrop·po, ancora una volta questi nodi sono stati affrontati, da molti uomini della sinistra, senza darsi minimamente pensiero di oiò che nella situazione attuale (costituzionale, ma soprattutto politica) fosse effettivamente utile e possibile. Si sono lanciati degli slogans (certamente incisivi, ma forse non completamente chiari agli stessi proponenti) e poi si è diviso immediatamente il campo in due parti: i buoni, qu1 elli che fanno atto di fede, e i cattivi, quelli che hanno anche solo qualche dubbio sulla bontà di questi slogans. Qu·alcosa del genere accadde ai tempi del progetto Sullo, quando si condusse una battaglia all'ultimo sangue sul dinitto di superficie: naturalmente nessuno si curò di precisare di che cosa si trattasse (lo stesso d.d.l. era equivoco), ma proprio questo ebbe l'effetto di spaventare inutilmen 1 te molta gente, . 47 BibliotecaGino Bianco

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