.. ·' Giornale a più voci vani che, ad ogni tipo di scuola, affluiscono n,on piu da una classe, o da un ambiente, sostanzialmente omogenei, ma da ogni ceto, per cui hail/Ilo aspirazioni, ne.cesS!ità, interessi, varii, e comunque diversi da quelli di una élite. D'altra pa.rte, non perciò solo le nostre medie superiori sono di1ventate una scuola di massa, p·oiché invece coloro che l•e frequentano, numericamente, continuano a costituire una minoranza privilegiata. Dal con1 trasto tra queste dt1e opposte realtà è balzata in primo piano ·l'es1genza di •una collettiva promozione umana, che gli studenti sentono in genere com,e prioritaria rispetto a quella del.la ascesa individuale verso una qualche forma di successo. Ciò ha posto in crisi ·il crite11io selettivo che era -prop1 rio del vecchio ordina,mento scolasitico, basato. su una precisa co,llocazione, a questo. o a quel livello della pirami,de sociale, del,le varie p1 rofesis.io1ni.E infatti la lotta contro il «merito» come fattore di discriminazion•e e di -progressiva eliminazione, portata avaa1ti dai movimenti studenteschi, è la p,iu rivoluzio 1 naria, per la sua potenziale capacità di dare l'avvio ad una completa m.utatio rerum. Ed è un gran male che si stia deteriorando ed esauriendo nella grottesca pretesa di ottenerie un livellamento solo al compimento, degli sti1di: che cioè si accettino, di fatto, i vecchi esami, col consueto e ,logoro bagag1io di frettoloso nozionismo e di furbastrerie, ma che poi in essi si avanzi la perentoria, e non di rado facinorosa, riichiesta ,di quella « p,romozione obbligatoria per tutti » che era già, se non erro, una ardente aspirazione di Gian burrasca. Il prob1ema inveoe, è ben piu serio. Infatti, un im·portante ufficio dei11andato ai « programmi » è quello di indicare, nei loro contenuti, i compiti che la comunità affida alla .educazione, chiedendole di « preparare » i suoi componenti, affinché, ·diventando ciasouno parte del corpo sociale mediante una attività lavorativa, ne facciano un organismo vivente. Ciò però impl1ica la esistenza di moduli di valutazione socio-econon1ici, che vengono, in un modo o nell'altro, a costituire una gerarchia. Anzi, proprio· nella forma che quest'ultima assume, una civiltà si r.iconosce e si definisce. Quindi, impostando ex novo la fas,cia degli studi mediersuperiori, occorre prima di tutto chiarire se si vuo1 le che essi contin,umo, come ora, a ridurre via via il numero di coloro che fruiscono ,dei benefici, spirituali e pratici, della istruzione. E allora si ,dovrà decidere, e non per un futuro di soli pochi anni, a che età fair cominciare la selezione. Infatti, anteporre un presunto o reale interesse collettivo a,lla piena lib·ertà, per ogni individuo, di m1 aturare comp,letamente la p•rop,ria personalità ,alla p,ari con gli altri, è già. una scelta ideologica, le cui ripercussioni vanno affrontate con:oscendone la gravità, perché umanam.ente non è garanzia bastevole affermare che si guarderà solo al merito, di ciascuno. Non è detto infatti che ci sia meno « classismo » in u11a scuola che si p,roponga di selezionare in base a questo, di quanto ve ·ne fosse in una che discriminava secondo il censo e la nascita. Innanzi tutto, perché il «merito» è ii piu conservatore dei valori, giudicato com'è dalla sooi,età s,tess:a che deve uti45 BibliotecaGino Bianco
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