Nord e Sud - anno XVII - n. 123 - marzo 1970

/ Giornale a più voci I si è però poi cr1eduto, o ci si è illusi, che, scoprendo nel.la cultura un denominatore comune, si potesse evitare di condannare individui e grup,pi ad una sorta di incomunicabilità reciproca. Cosi, attraverso successive « rivoluzioni culturali » attuate, o attuate solo in parte, e che hanno risposto puntualmente alle sollecitazioni delle varie componenti sitori1 che verso l'una o l'altra diriezione, •si è saldamente affermata la fede nella effettiva esistenza di una gerarchia di valori etico-culturali, seppure diversa dalla antica, con la preminenza, per un motivo o per l'altro, sempre del.Je antiche discipline dell'otium, cOil!siJderate superiori anche al piu qualificato, aristocratico e ben remunerato negotium. Nella varietà di indizi parzi,ali di mutamenito, con cui ci si sta avviando verso una rifoi:ima organica ,delle strutture scolastiche, assume notevole importanza la Circolare Ministeriale •del 2 Gennaio 1970, n. 10, sui « Criteri per lo svolgim,ento dei programmi ·di studio in relazione ai nuo,vi esami». E ciò perché in essa è detto esplicitamente che « tra l'azione di 'innovazione' esercitata dagli attuali esami, e i programmi futuri della nuova scuola, essa si pone con un suo partico1are significato». Orb·ene, d·al dett 1 ato della Circolare sembra non trapelare al1 cun dubbio che i contenuti della cultura tradiizJionale e il loro reciproco riapporto p·ossano non restare immutati. Vi si parla, infatti, di « duraita tenace •del mondo antico nella nostra vicenda di uomini ». Si attribuisce alla storia il compito di « guidare j giov.aini con critica intelligenza» alla conosoenza di eventi vicini, oltre che lontani. Si invita a fuggire « l'enciclopedismo e le nozioni a sé stanti che non sono cultura», afferman.do però che « il chi1 aro possesso di conoscenze oggettive e di d·ati essenziali» è « irrinunciabiJe », perché al di fuori di essi « non vi è seria cultura che ·abbia dignità ». J,n questo ambito si sottolinea piu ·volte l'opportunità di « intelligenti scelte», di « lib·ere scelte ~ome espressione di individuale maturazione». E si recepisce l'esigenza di richiamarsi ,all'età contemporanea, alla « conoscenza di eventi a no,i piu vicini», all'« orientamento attuale delle "Scienze». Ma ciò - che è indubbiamente nuovo, specie per il suggerimento di impos,tare la didatt,ica sull'interdisciplin·arità, sulla cooperazione, su,lla collab 1 orazione tra docenti e discenti - si presume però sempre filtrato at·travef'so l'esperienza della tradizione, entro lo schema di valori da questa codificato. Ora, proprio la validità del tipo di cultura cui l·a Circolare fa riferimento com.e postulato assoluto, vediamo che è, di fatto, 01gni gio.mo, dentro e fuori la scuola, posta in ,d1 iscussione, o addirittura negata. E ciò sposta non poco i ·reali termini della questione, perché il discorso suona di volta in volta molto diveriso, se è inseriito nel oontesto cult•urale in cui è maturato o se prescinde da esso. Uno degli argomenti piu validi della polemica contro l'eclettismo degli attuali progi:iammi è che essi non rispondono neanche piu alle esigenze di una soddisfacente informazione. Infatti, i consueti studi umanistici risultano sempre piu insufficienti e inadeguati ad esaurire quello che un tempo si chiam·ava lo ,scibile, via via che si acquisiscono nuove forme d'arte e di 43 - . ,.. . . ~ s·ibliotécaGino Bianco

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