Nord e Sud - anno XVII - n. 123 - marzo 1970

. ' .. Le ACL/ in parcheggio « Una delle soluzioni forse ancora possibili nella situazione attuale - afferma ancora Mariani - per avviare un processo di trasformazione dei pubblici poteri, dei rapporti tra di essi e le forze sociali, è rappresentata - a certe condizioni ----dall'attuazione dell'ordinamento regionale inteso come primo passo verso la generale ristrutturazione dei livelli di governo, sia a livello locale che a livello centrale ». « Per far questo, è necessario che si determini una politica di allean.ze che coinvolga, con le forze politiche, il mondo della cultura (unit,ersità, centri di ricerca, i movimenti nati attorno alla scuola) e le forze sociali che vogliono stabilire in positivo nuovi equilibri tra svili1.ppo economico e sviluppo civile, e quindi individuare qbiettivi e finalità generali ». Del tutto diversa è stata la linea della relazione della vice presidente delle ACLI, Maria Fortu11ato, per la quale in primo· luo,go « interessa prendere atto dell'irreversibile sviluppo della società industriale, della realtà del conflitto di classe quale si sviluppa nel nostro paese, della crescita inipetuosa delle forze della contestazione ». Per ct1i « la tradizion.ale teoria dei corpi intermedi » e « il tradizionale modo di pensare alle autonomie locali concepito e connesso ad i,na visione interclassista della società » non corrispondono più « alla realtà con-flittitale della società attuale ». « Il discorso delle autonomie rientra - perciò - nel disegrio più generale della strategia di classe », e di conseguenza la p,artecipazion-e negli enti locali dovrà esprimere « la mobilitazione conflittuale delle masse clie tro11eranno nell'ente locale un primo livello di aggregaziorze po-- liti.ca e nei cosiddetti atti amministrativi dei mo1nenti di presa di coscienza e di crescita politica ». Tutto ciò, si badi, senza illusioni, nella coscienza dei « limiti di operatività delle autonomie locali » e avendo· presente che « il discorso sulle autonomie rientra nel disegno più generale della strategia di classe ». Vanno invec,e 1~spinte quelle ipotesi di palingenesi totale che trovano credito « in quei gruppi minoritari di contestazione, peraltro già emarginati nelle recenti lotte operaie, che si collocano nel quadro della sinistra extra parlamentare ». Ma gli enti lo·cali, che p,er Mariani esprimono un o,rdiname·nto nella diversità, u11 significato di ·articolazione e di pluralità dei centri politici, e che p,er la Fortunato, pur con molte cautele riguardo ai limiti di efficacia, un momento, per alcuni caratteri pro1 pri, positivo, nella terza relazione, di Carlo Lizza (presidente della Commissione nazionale ACLI per le autonomie locali) vengono soprattutto considerati « strumenti » pe~ fini diversi. dai loro istituzionalm,ente 23 , . . i• lioteca Gino Bianco

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