Recensioni I Hooker troviamo il filone romantico- ed eversivo con Chapma11., Donne, Raleig.h e Shakespeare. Per Schiavo·ne i meriti di Haydn consistono nell'aver ordinato ed esplicitato motivi già colti e approfond,iti daill'o,pera altrui e che trovano la loro ragion d'essere in una comprensibile stanchezza nei confronti di categorie interpretative sempre meno convincenti. E tuttavia Haydn è incorso in quell'equivoco individuato acutamente da Chabod e consistente « nel confondere l'aspetto pragmatico con quello ideologico e spirituale, ossia la vita pratica e la concezion,e riflessa della vita stessa» (p. 105). Così nel mondo el1Jsabettiano 1 finisce con l'attrib,ujre un significato culturale ad atteggiamenti di costume. Inoltre qualifica come « to,mista » tutto il secolo XV ignorando affatto la innegabile « complessità e pluralità del cristianesimo umanistico ». Ma quel che è più grave, per Schiavone, Haydn, troppo attento alle tesi di Gilson, pone un intimo legame tra il Ot1attrocento e la Scolastica, ma separa poi rigidamente il Quattrocento dal secolo successivo. Ora a parte la discutibile identificazione della filosofia medievale con il tomismo tout court - identificazione che ignora la pluralità di correnti e di atteggiamenti del Medioevo filosofico - il ricondurre il rinascimento classico al tomismo presuppone, oltre tutto, un 1nisconoscimento grave dei mutamenti sociali e politici intervenuti nella Firenze quattrocentesca e non senza influenza sulla concezione del mondo. Inoltre la stessa consapevolezza dello Haydn dell'importanza del moralismo nella filosofia quattrocentesca finisce col rendere molto problematico lo stretto rapporto, a livello teoretico, col to1 mismo. Per quanto riguarda il controrinascimento del sec. XVI, Schiavone se mostra dii apprezzare talune analisi dello Haydn non può fare a meno di rilevare l'esasperazione contenuto nella sua opera, dei n1otivi scettici o pessimimistici caratteristici della cult11ra cinquecentesca. Il risultato è che lo storico americano è costretto ad ignorare o a fraintendere sia la metafisica presente nella filosofia del XVI sec. sia lo scetticismo presente in quella del XV. Opportunamente Schiavone ricorda che nello stesso De incertitudine et van.itate scientiarum di Agrippa continua ad essere presente e operante un misticismo di derivazione neoplatonica, erm,etica e cabbalistica, che non è affatto in contraddizione con una metafisica organicistica. E tuttavia nell'opera dello Haydn non mancano an·alisi geniali. Interessante, ad es., è l'importanza ivi costituita dalla magia in rapporto alla scienza empirica; bella ed acuta è l'analisi del neoplatonismo rinascimentale (anche se la distinzione per cui Ficino sarebbe un ·rinascimentale classico, mentre Pico un controrinascirnentale non convince affatto); rimarchevoli, infine, sono le pagine dedicate alla concezione della natura nei rin1 ascimentali e nei controrinascimen,tali, con le suddivisioni poste dallo Hayd11 sovente suggestive. Il lavoro dello storico americano, insomma è, per Schiavone, fresco e attuale e pur con i suoi limiti può costituire « un punto di partenza per altri tentativi di sintesi », a patto però di espunge1-ne le evidenti forzature e le unilateralità concettuali, dovute tutte aLI'angustia di schemi di suddivisio-ne co123 .Bibl.iotecaGino Bianco ·. -
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