Recensioni , semp,re, poi, due o più motivi si combinano tra di loro portando alla rottura. Quanto alla durata del matrimonio, i·l periodo cruciale sembra essere quello che va dal quarto al decimo anno e che incide per la rottura all'incirca nella metà dei casi (46%); viene viceversa sfatato il luogo comune secondo il quale il mo·mento più rjschioso sarebbe il famoso settimo anno, caro ai detti p•opolari. Un 34% dei matrimoni si interrompono entro i primi tre a,n,ni e solo il 20% dopo il decimo anno. La situazione dei coniugi al momento che la separazione è avvenuta, diviene una situazione costellata di incongruenze tra le più svariate. A parte l'obbligo della fedeltà cui si è fatto cenno (e che sussiste anche se p-er ipotesi uno dei coniugi sia da anni sparito senza lasciare tracce e senza inviare all'altro alcun aiuto di carattere economico) esiste il caso limite delle così dette « vedove bianche»; casi cioè di matrimoni celebrati per procura, quasi sem·pre con persone residenti all'estero e a volte viste solo in fotografia. Non è previsto come motivo di scioglimento quello del coniuge colpito dalla follia e che vive orinai in un suo mondo completamente chiuso, a ogni richiamo e n,el quale a mala p1 ena lo psichiatra riesce ad aprire uno spriraglio. Non può sciogliere il matrin1onio chi abbia subìto un tentato uxoricidio e che è tenuto per legge a restare fedele, magari per la vita, alla persona che quella stessa vita ha cercato di carpirgli. Il massimo obolo alla testardaggine legislativa emerge da una delle interviste ed è quello ch·e paga il mariito separato di una p1 rostituta, costretto tra l'altro a passare periodicamente in Questura in quanto,, p·er la natura stesso del rapporto, sospetto di sfruttare la moglie. · Quanto 1 alla posizione dei figli gli svan,taggi, anche se meno ap-p•a,riscenti, non app·aiono certo min1ori. Le in1terviste condotte portano a una casistica le cui distinzioni sono davvero bizantine: figli di padre sconosciuto, figli che risultano con due padri, figli di madre innominata e infine figli di nessuno. Basta solo addentrarsi nell'esame di alcuni di questi casi per rendersi co1 nto dell'estrema gravità del problema e della sottile ipocrisia con la quale si nega il divorzio sostenendo che essa potrebbe dannegigare i figli. Per la maggior p,arte di quesite persone, in1possibilitate a essere riconosciute dai padri, raramente sostenute dal punto di vista economico dai genitori e costrette spesso a trascorrere gli anni formativi in collegi e in istituti minorili, difficilmente il divorzio po1 trebbe costituire un male maggiore. Naturalmente, si può ribattere, esiste l'annullamento. E anche su qu,esto punto il campione di in,tervistati si è pronunciato. La maggior parte manifestando scetticismo, sia per la difficoltà di raggiungere ri1 sultati concreti .in un termine di tempo ragionevole, sia per il costo che rende la procedura accessibile solo alle classi agiate (tanto che in sostanza gli annullamenti rapp1resentano in Italia una percentuale dell'8 per mille soli:anto rispetto al totale dei matrimoni celeb,rati). 119 .Bi·blioteca Gino Bianco -
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