Antonio Palermo l'ultimo decennio; le quali, in questa specifica direzione, trovano· spesso conferma os-si 1 a, il che è l'unica cosa che ·conta, si mostrano efficienti, e permettono perciò di condividere l'intendimento di base che tiene insieme il volum•e: « ... coffelare argomenti che di solito vengono trattati separatamente nei settori specializzati... aocostare temi eterogenei alla ricerca di contatti -saJutari, di frizioni inedite .. ,aJlargare la nozione ,di cultura su basi conorete-1.. » (p. 19). M·a soprattutto consentono a Golino di prendere coscienza della sua maniera più feconda di •leggere. Eccola, in una velocissima formulazione: « ... non si può non -deci1dere che la scelta ·di un tema piutitosto che di un altro costitui,sce un sintomo di vitale importanza dello stato generale di una cultura » (pp. 43-44). La sua prima p1 rova la fa su UI1Jaterna narrativa (Il ponte dell'Accademia di P.,M. Pasinetti, Le nostre distanze di A. Bianchini, Il laboratorio ·di R. Tom,atis) la cui costituzione, .all'insegna de « l'iintellettuale emigrato», è un· vero ,e p,rop,rio risultato critico. Non credi,amo infatti che ciascuna ,di queste tre differentissime opere, ma ,di valore e interesse abb·astanza omogeneo, possa trovare una migliore illuminazione di quella che naisce ,dalla rispettiva contiguità: l'opposto, in brevie, ,del mito ,dell'invenzione soggettiva. Altrettanto si può dire per « il quarantenne ,deluso », enucleato a più 1 rip·rese dalle prove di La Ca:p,ria, Ottieri, ,eccetera o per un'alt 1 ra tema, quella dello « scrittore congetturale» (Ti con zero ,di I. Calvino, In nome del padre, di F. Onofri, Il panafossile di G. Celli), che, seb,bene sia proposta quasi con esitazione i,n una nota, « a puro titolo di esempio», in realtà finisce per essere la reale interlocutrice :dialettica ,di buona parte del blocco di pagine d& di:cato a Le due tensioni di Vittorini, .uno dei capitoli più felici del volume; m·a anche dei più emblematici di quel conflitto fra due ragioni, la sincronica e la diiacronica, che Golino 'Sembra vivere con scoperta partocipazione. Non sappiamo se è stato il caso - ,ma saremmo propensi a escluderlo - a non mtervallare il ,discorso su, Vittorini da quello su Mar-· cuse (cfr. pp. 142-154 e 155-169). Sta ,di fatto che se « l'·adesione di Vittorini al pensiero negativo » (p. 153) può ·apparire un incontrov 1 erti 1 bile supporto, la p1 untigliosa estensione «orizzontale» ,delle p1agine su Le due tensioni non può che risaltare .maggiormente, addossata com'è ailla pregevole _. benché canonica? - « storia della fortuna » del professore tedesco-ameri·oano in I talla. E allora, visto che la struttura « verticale » - formazione, contesto cllllturale, ascendenze e 1 discendenze, ·area ,di ,diffusione, e così via -- rende tanto bene con Marouse, perché non provare .a immaginare gli eventuali effetti di un trattamento analogo ,su Le ·due tensioni? Per esemp,io 1, si prenda questo p·asso a incastro (Goli1 no più Vittorini): « Vittorini guarda ad un rinnovamento totale con l'ansia di un sovversivo in attesa di p1 ali1 ngenesi, ed esclude perfino che 1,e opere possano trasform-are l'orizzonte nel quale si muove oggi la lettei:iatura .. Non le opere serviranno a mutare ·la ' struttura millenaria che ci consente di produrle ' perché ' pren,dere la strada delle opere equivale a prendere l1a srtrada della veochia struttura - cioè a produr~e opere vecchie che hanno in peggio delle 116 Biblioteca Gino Bianco
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