Aldo Carboni allar1nante del 1no11do occidentale, un mii:µmo di analisi sulla situazione dei paesi co1nunisti, limitandosi ad accennare a generi 1 che « contraddizioni tra stati socialisti, talvolta con rotture che provocano allarmi giustificati, che aggiun 1 go·no nuovi motivi di tensione e spezzan~ d 1efinjtivamente un vecchio quadro) idilliaco della costruzione del socialismo·». Ha ribadito poi che, n,elle con1dizioni di crisi inarrestabile in ct1i versa il mondo occidentale capitalistico, « emerge con chiarezza che la base ,di una politiica di sviluppo economico del nostro paese è una politica estera di indipen,denza e di neutralità dell'ltalra. L·a subordii1azione politica e militare agli Stati Uniti diventa subordinazione economica, servitù monetaria e creditizia, pericolo per la stabilità della lira. Superamento dei bloccl1i vuol dire, sul piano, eco1 nornico, orientare la necessaria neu1tralizzazione della economia in tu·tte le dirrezioni, accompagna11e la crescita degli scambi con i paesi capitalistici avanzati con un incremento dei rapporti con i 1 paesi socialisti, che ap·paiono solo lievemente aumentati ». Sulla congiuntura, poi, Am-endola ha calcato i toni: « la politica congiunturale non p·uò essere lasciata unicamente alle d·ecisioni del go,verno e delle autorità n1onetarie. Anche su questo terreno p1 uò oggi esercitarsi la p1 ressione delle gran·di m-asse lavoratrici e l'azione delle forze organizzate. Anche la politica congi,unturale diventa un terreno di lotta per la classe operaia. Anche , questa volta decisivo è l'orientamento delle grandi masse, il comune giudizio sul carattere delle difficoltà congill!Ilturali, un'azione concoirde per raggiungere determinati 01 biettivi, un'efficace. unità d'azione». . E, in fondo, la perorazion 1e finale: « mi sia consentito soltanto osservare, come, dall'esame fatto della situazione economioa italiana ed internazionale, derivi la consapevolezza d·elile urgenze che premono, l'importanza del fattore tempo; il tempo che passa minaccia di rendere insolubil 1i molti dei problemi esamin·ati. Nel 1969 è p1artito1 dal Mezzo1giomo un altro mezzo milione di emigrati, circa. Bisogna, dunque, far presto, se vogliamo giungere in tempo utile ». Già, fare presto, ma per fare cosa? Perché, stringi stringi, l'on. Amendola non lo dice. Indica u,na se:rie di pro1 b•lemi, analizza la insufficienza della società italiana, ma no1n traccia linee politiche cl1.iare per farvi fìronte. Di fatto, rifiuta di pro,po,rre uno schem·a altern•ativo che non sia un insieme confuso di richieste e di riven 1dicazio1ni. Del resto, quando Am,oo.dola ha im, , posto la radiazione del gruppo d1 el « l\1anifesto », ha imposto anche il taglio con i pro1 blemi sollevati dal « Manifesto», che sono, sia pure visti in modo culturalmente e politicamente assai p·rimitivo, i problemi oentrali del movimento comunista internazionale oggi: i discorsi sull'invasione della Cecoslovacchia, sulla soggezione allo Stato-guida, sulla condizione dei paesi a regi1me comunista, cen le loro distorsioni e degenerazioni burocratiche, sulla strategia del cosiddetto « p1 assaggio ail socialismo», sulle questioni connesse alla ri•strutturazione della sinistra devono pur essere portati avanti se il PCI non vuole isteriliirsi. Ma Amen1 dola ha detto chiaramente che di tutto questo non si deve discutere. Sarà vero che il suo problema è oggi quel 1 lo dei giochi tattici e di potere per accreditare la presenza del PCI· come « partito di 112 Biblioteca Gino Bianco
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