Nord e Sud - anno XVII - n. 122 - febbraio 1970

/ Giornale a più voci azioni rivendicative caotiche e velleitarie al disagio provocato da p,recedenti difficoltà del laborato,rio, o·nde le soluzioni che si potevano cercare e trovare sono state gravemente co1 mp,romesse? È un caso ti,pico, questo, nel quale 1 « nuovi gruppi dirigenti », im·pegnaiti a rimuovere dalla loro inerzia le « forze locali più arretrate », sono stati aggirati alle sp·alle dai gruppi velleitari che testimoniano dell'ultima fo,rma dii degenerazio,ne politica di una sinistra che non è meno confusio.naria, e co,me si diceva velleitaria, nel pen·siero, ·e nell'azione di quanto non siano, arretrati, scettici e magari co1 rrotti i tradizionali detento•ri e gesto,ri del potere locale. Queste co,nsiderazioni che l'inchiesta de « 1\1\.strolabio » ci ha suggerite s,i riicollegano comunque - per quanto riguarda il fatto nuovo sul quale Ro,ssetti ha messo l'accento, e cioè la for1nazione incipiente di « gruppi locali avanzati » e l'affermazio•ne altrettanto incipiente di una « nuova figura di intellettuale, profondamente inserito nelle attività prodttttive e con rilevante capacità di iniziati·va » - alla questiorne che abbi·amo sollevato, a Bari, nella relazione alla « Giornata del Mezzogiorno », organizzata ·dalla Fiera del Levante: la questione degli « uo,mini nuovi » che qua e là si p,ro,filano •nel Mezzogiorno come un'alternativa rispetto al tradizionale « notabilato ». Ma questi « uom-in.i nuovi», p•ochi o molti che siano, dicevamo a Bari, no1n sono mai tanti da indurci a con1 siderare non più attuale la constatazio,ne che il vincolo principale cui è sottoposta la politica meridionalista è quello rap,presentato dalla risorsa più scarsa e quindi proprio1 dalla penuria di un persoinale specializzato in attività di coordinamento, di promozione, negoziazione, valutazio 1 ne delle 'i1 nformazioni, organizzazione della p·artecipazio,ne. Di qui i'l ,p,ro,blema della utilizzazione ottimale nel te1n.po breve di questa risorsa ancora scarsa e del suo accrescimento qu·antitativo e qualitativo nel tempo più lungo1 : anco,ra un p1 ro1 blema di élite, e non di n1assa; il p,ro1 b1em,a degli « organizzatori creativ•i » che, come ha rilevato Anto,nio Rao, sono in·di:spensabili per as,sicurare all'intervento p1 ubblico un efficace carattere imprend 1ito1 ri·ale perehé sono gli uomini capaci di destreggiarsi fra potenti vicini e lontani, fra coniso1 rterie locali e burocrazie ro,maine e comprendono meglio dell'esperto ,di un centrostudi la natura politica di tutte le cosiddette decisioni teoniche. È un problema di élite, questo, al quale siamo assai sensiibili e che consideriamo no,dale per i futuri sviluppi della politica meridioinalista e p·er ]a tras.fo·rmazione civile del Mezzogiorino in generale. Può darsi che vi sia un vizio illumini•stico in questa priorità di jnteresse che conferiamo ad un problema del genere, di élite, mentre altri si ·attendono dalle masse decisive spinte liberatrici e perciò all'orientamento delle masse dedicano, tutta la loro attenzi,one e tutta la lo,ro passione. Ma se il nostro è un vizio illuministico - e siamo sufficientemente storiicisti per avvertire tutti i limiti delle nostre posizioni - altri non subiscono, per avventura, e senza rendersi conto, dei limiti della loro posizione, le suggestioni verbali di un populismo che è fonte di vizi ben più incorreggibili di quello illuministico che ci può essere addebitato? Comunque sia, a Rossetti è doveroso rico]Joscere che il suo è uno dei ra33 Bibliotecaginobianco

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