Vittorio Olcese più gravi se pensiamo all'immenso spreco econom.ico che una siffatta gestione comporta. Specie quando tale spreco investe settori cl1e toccano e condizionano direttamente le possibilità di sviluppo del nostro paese. Valga per tutti il sistema delle· assicurazioni sociali, il cui peso negativo assume oggi tale: dram·matico rilievo da non aver bisogno di particolare illustrazione. Questa indiffere11za alla necessità di conseguire concreti risultati, coerenti ai fini istituzionali dell'organismo, che vengono considerati subalterni e secondari rispetto al prioritario obiettivo del mantenimento e del rafforzamento del potere, ha dato luogo a quel processo che conosciamo come « legge di Parkinson »: in base al quale i titolari degli uffici pubblici tendono a crearne altri alle proprie dipendenze, per accrescere la propria importanza, favorire amici, parenti, clienti, sospingendo verso la paralisi u11 apparato burocratico che diventa sempre più pletorico se11za acquistare nel contempo personale di provata efficienza. In poche parole, fornendo una illustrazione da m.anuale del ben. noto concetto di « burocrazia parassitaria ». Se questa mostruosa sanguisuga è riuscita fino ad ora non solo a sopravvivere, ma ad estendere le proprie ventose sempre più profondamente nel corpo sociale è perché, con qualche flessione o rallentamento, abbiamo attra,,ersato un lungo periodo di crescente prosperità. È cl1iaro che, se andremo incontro ad una stagione di gravi e prolungate difficoltà economiche, il sistema non potrà che vacillare e con esso quella parte della classe politica che lo ha utilizzato, alimentato, corrotto. Se, però, a quel punto il paese, e più coscientemente la su.a. classe dirigente, si renderanno conto che le possibilità dello sviluppo del nostro sistema economico e sociale trovano un insuperabile ostacolo in un apparato burocratico che restituisce ben poco in termini di servizi e di funzionalità rispetto alle enormi risorse che assorbe, le 1 possibilità di intro.durre nel sistema un meccanismo di mutamento diventeranno meno difficili di quanto oggt non si supponga. Certo, vi è forse operazione politica più difficile dell'autoridimensionamento di una burocrazia potente e privilegiata? In effetti, in nessun paese u11a trasformazione di questa natura ed ampiezza può essere attuata senza una qualche rivoluzione. Parlo di una rivoluzione delle coscienze, di una profonda modificazione del cost~e, di un movimento sotterraneo, oscuro, inafferrabile, legato a profondi mutamenti della società, che solo a tratti si manifesta in forme clamorose. Se le ipotesi che ho arrischiato non sono tanto 28 Bibiiotecaginobianco
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