Nord e Sud - anno XVII - n. 122 - febbraio 1970

La tecnostruttura calvinista Ecco: non è certo contro questa concezione del potere e della gestione· ,che si riv,olge l'insofferenza contestataria. Oggetto premi11ente dell'attacco sono i modi di gestione, le forme di esercizio del potere dominante e, anzi, totalmente domina11te, nel settore della vita pubblica ed in particolare del suo apparato burocratico. Qui, dobbiamo riconoscerlo, nessuna modificazione, nemmeno apparente, è in senso positivo a, 1venuta, in sintonia con le forze di rinnovamento che il paese, .dalla ·sua base, sprigiona. All'interno di certe strutture - la magistratt1ra, ad esempio - possiamo, è vero, av\ 1ertire acce11ni di sommovimento, richieste di radicali riforme che salgano dal profondo delle orga11izzazioni stesse;_ ma, se consideriamo nel loro complesso i grandi apparati pubblici, non ci sembra rilevabile alcuna disposizione ad avviare un processo di interna riforma sulla base dei metodi organizzativi della moderna società e dell'etica professionale che sta alle spalle di tali metodi. Assistiamo, invece, ad una scissione totale tra le necessità e l'imperativo morale di espletare in n1odo corretto e funzionale le responsabilità di governo, per conseguire nel modo più efficace i fini preminenti della istituzione e le permanenza costante dell'esercizio di un potere tendente alla propria autoconservazione e al proprio perpetuarsi, che sacrifica a. questo fine qualunque altro obiettivo concreto, utilizzando nel modo più spregiudi,cato il ben noto gioco degli scambi di favori, dei baratti, delle alleanze clientelari. Il fine vero della gestio·ne viene perciò progressivamente dislocato al di fuori degli scopi istituzionali dell'organismo stesso e so?tituito. con altro ad esso incompatibile o estraneo,. Si costruiscono delle impalcature che assorbono energie, sprecano risorse e tempo infiniti, senza alcun rapporto necessario con i fini funzio11ali dell'organizzazione stessa. Prendiamo un esempio tra i più clamo 1rosi e significativi: la RAI-TV. Una gigantesca mo:bilitazione di mezzi, di quadri, di intelligenze che vengono per la maggior parte dirottati, deviati dal programma-base, che è quello di fornire obiettive informazioni e decorosi spettacoli all'ascoltatore italiano, .p·er esse·re invece indirizzati a sostegno di complicati gio, chi di potentati antagonisti, i quali no11 hanno nemmeno l'ipocrisia di nascondere che l'unico e reale scopo cui tendono è quello di utilizzare come puro centro di potere un organismo che ha ben altre, responsabili, finalità. Non sfugge a nessuno che quest'esempio può essere facilmente esteso, per non dire addirittura generalizzato, a tutti i ·settori della nostra pubblica organizzazione, ricavandone considerazioni ancora 27 / Bib.ilotecag i nobianco

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