Vittorio Olcese emergente, che, condizionata dal sistema vigente, ebbe il grave timore che drastici mutamenti potessero rid11rre anche i suoi personali margini di prestigio e di autorità, a vantaggio della classe politica e della burocrazia statale. FLt questa non numerosa, ma inflL1ente fascia della società a fornire il sosteg110, l'eco, l'assenso corale alla grande e presso.ché univoca ·campagna di stampa scatenata in quegli a11ni co11tro il centro-sinistra. Il panorama cambia radicalmente se con.sideriamo con attenzione il comportame11to della sta1npa nazionale durante la crisi di autunno. Non v'è dubbio che per molti versi questa crisi abbia presentato elementi assai più rninacciosi e preoccupanti, almeno secondo il comune senso della p11bblica opinione moderata, che non l'operazione politica del '62-63. Incidenti, atti di terrorismo, scioperi di una durezza mai sperimentata in questo ventennio, esplosioni collettive di violenza cade,,ano in un vuoto di potere politico da tutti avvertito. Orbene, con1e rilevato da ogni spregi11dicato osservatore, e privatamente anche da responsabili L1omini dell'estrema sinistra, bisogna riconoscere che la grand_e sta1n1)a del Nord in modo pressoché unanime ha dato prova di grande responsabilità e moderazione. Lo stesso sforzo di rovesciare contin.uamente su irresponsabili minora11ze estremiste la colpa degli atti di ·violenza - per quanto possa essere andato talv,olta oltre il segno - è stato indice chiarissimo che non si ,.vole,,a ron1pere t1n rapporto dialettico con le a11tagonistiche forze sindacali e 11emmeno con i partiti di opposizione. Non possiamo perciò, a qttesto punto, non chiederci se l'humus sociale, in cui la grande stampa affonda e trova alimento, non sia per caso profonda111.ente mutato. Un giornale vive in rapporto dialettico con i suoi lettori e con i centri di potere che gli sono vicini in un processo di reciproche influenze. Certo non campa solo, oggi rneno che mai, sulla personalità e sulle idee, per quanto ferme e risolute, del suo direttore e del corpo redazionale; ma risente anche di un tono general~, di un clima, di una reazione emotiva, collettiva, della società in cui vive. Possiamo poi notare un secondo sintomo di grande rilievo e di segno opposto nell'atteggiamento della stampa dell'Italia centro-meridionale ( « Il Tempo », « Il M.essaggero », « La Nazione», « Il Giorr1ale d'Italia» ecc.) precipitata spesso nell'abisso maccartist':1- della indiscriminata caccia alle streghe. Evidentemente c'è stata una diversa reattività della borghesia centro-meridionale, su cui dobbiamo seriamente meditare, soprattutto se, come da qual22 Bibiiotecaginobianco
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