' La tecnostruttura calvi11ista fisiologico ricambio di generazioni, ma anche perché educata ad una scala di valo·ri e di comp·ortamenti o,biettivamente dive-rsa da quella, tanto più semplice ed elementare, che ha formato la classe dirigente che nella comune opinione è ancora ritenuta essere la reale detentrice del potere? potere che essa ha esercitato nelle forme e nei modi della nostra più radicata tra,dizione paternalistica ed autoritaria? Mi rendo conto che siamo nel campo delle ipotesi e che tali ipotesi assumerebbero ben altra concretezza se, invece di essere affidate a pure intuizioni, fossero .verificate da concrete indagini. D'altronde, l'unica a.mbizione di qt1este note è quella di segnalare, a chi sj occupa di politica, l'insorgere di un fenomeno che può notevolmente alterare il quadro dei nostri tradizionali rapporti di forza. Nella impossibilità di svolgere una indagine a vasto raggio, non rimane che tentare sondaggi su settori-spia che ci possono fornire qualche 1 prima, immediata, spiegazio,ne. Sintomo fondamentale: il diverso tono della grande stampa del Nord durante le crisi sindacali, se lo mettiamo in rapporto soprattutto con la isterica, irrazionale, prepotente, sprezzante can1pagna condotta sei-sette anni or sono contro la formazione del centro-sinistra, nelle sue linee programmatiche e nei suoi obiettivi ideali. Fu l'insurrezione, più che di una classe, di un ceto dominante, che si ribella,,a all'ipotesi di dover in qualche misura ridurre la sfera della propria assoluta, indiscussa signoria. Non si spiegherebbe altrime11ti ]a battaglia forsennata, terroristica, minacciosa, condotta -contro i primi tentativi di instaurare una linea politica economica programmata, denunciata come surrettizia introduzione di un sistema che avrebbe finito col ridurre e forse spegnere l'economia di mercato e la spinta imprenditoriale. In verità, sotto qt1esta forzosa drammatizzazione, c'era la ben più giustificata preoccupazione, che quello che sarebbe cadt1to non era il sistema dell'economia di mercato, la competitività, l'im·prenditorialità, ma il dominio assoluto di pochi individt1i sui gangli vitali della economia nazionale: di pochi i11di, 1idui che nel loro delirante senso di onnipotenza avevano finito con l'identificare le loro specifiche persone con la filosofia politico-economica che difendevano. Quell'operazione politico-propagandistica, se riuscì allora a coinvolgere consistenti strati della borghesia cittadina, toccati nel vivo dalla nazionalizzazione ,dell'industria ·elettrica e dal cro1lo della Borsa, trovò anche larghe solidarietà in quegli strati di nuova classe 21 . Bib.liotecaginobianco
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