Nord e Sud - anno XVII - n. 122 - febbraio 1970

Antonio Palermo - Alfonso Scirocco non considerare più una p·revaricazione teoretica il porsi direttamente co,me p·roblema il senso da dare a questo tipo di querelle. ANTONIO PALERMO Briganti e galantuomini Subito dopo l'Unità il brigantaggio rappresentò per l'opinione pubblica italiana la prima rivelazione della tragica realtà del Mezzogiorno. Sul fenomeno fiorì allora una vast 1 a letteratura: settentrionali e meridionali, dal Bianco di Saint Jorioz al Capomazza, studiosi ed uomini politici, dal Monnier al Massari, cercarono di analizzarne le cause, di identificarne le componenti economico-sociali, di valutarne i riflessi politici, mentre altri osservatori più sup-erficiali si fermavano sugli aspetti romanzeschi delle imprese dei banditi. A dis,tanza di un secolo ·l'interesse per l'argomento non è venuto meno, ed anco,ra si oscilla tra una visione critica degli avvenimenti (si pensi all'ampia sintesi di Franco Molfese) ed una n·arrazione cronachistica intessuta di gesta truculente, amori briganteschi, agguati sanguinosi. Su un piano intermedio, di cronaca intelligente che si eleva a comprensione sto,rica, si pone PASQUALE Socc10 ( Unità e brigantaggio in una città della Puglia{, E.S.I., 1969), il quale ricostruisce la vita di San Marco in Lan1is dall'estate del 1860 all'estate del 1863, nel triennio tormentato dell'assestamento dello Stato unitario. L'Autore si avvale non solo di una copiosa documentazione ufficiale, formata dal carteggio tra autorità comunali e provinciali, ma anche di memo•rie di contemporanei, che ci introducono nell'atmosfera del tempo, n•ella rete dei rapporti e dei contrasti tra le classi sociali e tra le singole famiglie. Sono pure utilizzati i ricordi di un ufficiale dell'esercito regolare, il quale attes.ta che i reparti impiegati contro i briganti giungevano nel Sud ignari « del clima, della particolare configurazio 1 ne e struttura del suolo, della natura, dell'indole, dei co1situmi, del grado di civiltà degli abitanti». La rievocazione degli avvenimenti è fatta soprattutto attraverso le parole dei protagonisti, sindaci, ufficiali, galantuomini. Sono tutte testimonianze di parte borghese ed unitaria, ed in questo consiste il limite del lavoro, che ci fa vedere solo di riflesso le ragioni dei borbonici e del proletaria to co1 ntadino; sono però testimo·nianze sincere, cl1e finisco,no1 col mettere in evidenza proprio la deb·olezza della classe dirigente meridionale, di11igente solo di nome, perché troppo distante dalla massa della popolazione, abbandonata alla miseria ed all'ignoranza dalla politica dei Borboni, ma anche dal 1l'assenteis.mo della borghesia stessa. Co·sì, appena sco-p·pia la rivo1 lta o arriva110 i briganti, i possidenti restano isolati, espos,ti a ven 1 dette e ad estorsioni; su di loro, d'altra parte, cade anche il peso del ristabilimento dell'ordine, perché all'arrivo dei garibaldini o dell'esercito regio le famiglie ricche sono obbligate ad anticipare per le spese n1ilitari so·mme che saranno rimborsate tardi e in parte. Delle condizioni dei nullatenenti (i due terzi della popolazione!) si interessa il consiglio comunale, ma solo 114 Bibiiotecagino_bianco

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